Segue la nota sulla situazione in cui versano i nostri Centri per l’Impiego che ho appena inviato alla stampa. Un tema, questo, su cui non intendiamo abbassare la guardia.
“ “In questo nostro Molise in ginocchio, che ad ogni costo sta cercando di guardare verso un 5futuro migliore, dovrà pur partire, prima o poi, l’economia e con essa la creazione di nuovi posti di lavoro. Sarà proprio in quel momento che ci si accorgerà che degli oltre 10.000 ex lavoratori, non ancora profilati nello specifico, non sappiamo nulla della loro ricollocazione, di quanti sono prossimi alla pensione, di quanti tra le famiglie monoreddito, da quanto tempo sono privi di occupazione, che professionalità hanno e di quanta formazione professionalizzante abbisognano, chi prima e chi dopo andrà avviato e per quali attività. Sarà in quel momento che ci accorgeremo anche delle criticità in cui versano i Centri per l’Impiego e il personale coinvolto ai più diversi titoli.” Quest’è il preoccupato allarme di Tecla Boccardo, leader della UIL Molisana, “Sembra paradossale ma sarà così! Infatti, oggi, proprio quei lavoratori dei Centri per l’Impiego, i quali dovrebbero profilarli per accompagnarli verso la ricollocazione, sono tra i più bistrattati; i loro servizi infatti dovrebbero dare una mano a “delineare” i lavoratori per conoscerne le caratteristiche. Sono quelle unità che potrebbero/dovrebbero agire per precostituire le condizioni di avvio al lavoro di soggetti dotati di esperienze e professionalità adeguate, che oggi sono, essi stessi, precari, non garantiti, non retribuiti e senza una prospettiva vera di attività e di lavoro.” “Dopo mesi di confronto e di lotte sindacali per il riconoscimento del diritto al LAVORO, in Molise tutto è fermo alle soluzioni tampone del 2015: i dipendenti dei Centri per l’impiego a tempo indeterminato sono oggetto della riforma delle Province e in attesa di transitare all’Agenzia nazionale (ANPAL). I loro colleghi a tempo determinato sono senza contratto, senza stipendio ed è ancora più in forse il loro futuro, mentre i lavoratori di Isernia sono con contratto co.co.co in scadenza al 30 giugno. Non stanno meglio i lavoratori della formazione professionale che operano presso i Centri per l’Impiego, la cui funzione è altrettanto strategica e necessaria. Anche quest’ultimi hanno un contratto in scadenza tra qualche mese e con l’incertezza per il loro futuro, dopo 30 anni di attività. Questa è la condizione in cui versano i Centri per l’Impiego da cui parte il lavoro per i Molisani, ovvero dove si incrociano la domanda e l’offerta!.” A livello nazionale i Sindacati UIL, CGIL, CISL stanno incalzando il Sottosegretario agli Affari Regionali e il Presidente della Conferenza delle Regioni/Province Autonome, per conoscere lo stato di attuazione del riordino delle funzioni relative ai servizi per il lavoro e le politiche attive. In particolare si chiede un aggiornamento relativo alla stipula delle convenzioni tra il Ministero del lavoro e le Regioni/Province autonome; si vorrebbe poi un approfondimento sulle variegate sorti che, nelle diverse Regioni, hanno interessato i lavoratori dei Centri per l’impiego per affrontare gli scenari che interesseranno tali lavoratori a partire dal 2017. “E mentre a Roma si tenta di conoscere meglio l’iter legislativo e amministrativo da seguire, da noi nulla si muove per la proroga dei contratti e il pagamento degli stipendi.” Accusa Boccardo. “Il Molise non può permettersi di affrontare questa stagione di difficoltà economiche ed occupazionali senza i lavoratori tutti dei Centri per l’impiego di Campobasso, Isernia e Termoli, e senza i lavoratori della Formazione professionale. Le loro attività andrebbero non solo valorizzate, ma potenziate e, con esse, tutti i Servizi collegati, soprattutto in vista di una fase così importante come quella della programmazione di politiche attive, che si devono “ incrociare” con le politiche industriali, della riqualificazione e della profilazione dei lavoratori dell’Area di crisi e dell’intero territorio. Oggi, al contrario– è questa l’accusa del Segretario Generale della Uil – l’intero sistema è vittima di un magma politico e amministrativo locale confuso, indeciso e, quando invece decide, non è attuativo. Un sistema che scarica inefficienze e incapacità gestionali sulle fasce più deboli, su chi il lavoro l’ha perso o non l’ha mai avuto, sui lavoratori dei CPI la cui funzione e attività è strategica per la ‘ripartenza’ del Molise. Come Uil vogliamo una Politica (con la P maiuscola) che metta al centro il lavoro, che sia attenta alle difficoltà dei cittadini ed in grado di garantire a tutti i diritti della Carta Costituzionale per poi concretizzarne i principi: promuovere il LAVORO, contrastare le discriminazioni ed assicurare il benessere della comunità che, di certo, oggi passano tutti anche attraverso i Centri per l’Impiego.”