È terminato da poco l’incontro del Ministro del Lavoro con le Regioni e i Sindacati, con al centro del confronto la necessità di rivedere gli ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori coinvolti in aree crisi industriale complessa (è il caso, per quanto ci riguarda, dell’area Venafro-Isernia-Bojano).
Le prime notizie che ci giungono da Guglielmo Loy, Segretario nazionale della UIL che ha partecipato alla riunione, sembrano positive per molti lavoratori molisani: sempre che vi sia un qualche programma di rilancio produttivo, coloro che fruiscono di cassa integrazione che si esaurisce nei prossimi mesi dovrebbe vedersela prolungata per altri 12 mesi, con risorse economiche proprie del Ministero (circa 85 milioni). Per l’anno prossimo, invece, si vorrebbero approntare le risorse necessarie con la prossima legge di stabilità. C’è inoltre la novità che prevede, in accordo con Ministero per lo Sviluppo economico e delle Regioni, la costruzione di piani di ricollocazione del personale con politiche attive del lavoro. Per evitare che singoli decreti attuativi allunghino i tempi di concessione, le Regioni, che dovranno governare tutta la tematica con le parti sociali, avranno a disposizione una pacchetto di risorse specificatamente destinate a questo strumento.
Per i lavoratori per i quali sta finendo il periodo di fruizione della mobilità o della NASPI (se ne stimano circa 30.000) e che quindi rimarrebbero senza reddito, si prevede di individuare uno strumento simile ASDI il che consentirà la corresponsione di circa 500 euro al mese per un anno (senza vincoli soggettivi tipo valutazione dell’Ise), sempre a condizione che per costoro si realizzino politiche attive. Anche qui, sono 150 milioni le risorse disponibili, che saranno ripartite fra le regioni in base ai potenziali utilizzatori.
Il Ministro Poletti si è dichiarato disponibile a valutare la possibilità di tutelare anche i lavoratori per cui gli ammortizzatori sono terminati nel 2015, salvo la compatibilità con vincoli finanziari. Proprio per questo, come UIL, riteniamo e abbiamo chiesto che le singole Regioni possano essere autorizzate ad utilizzare risorse proprie a questo fine.
Per la UIL, esaminata la situazione dei lavoratori delle Aree di crisi complessa, occorre subito affrontare le Aree di crisi non complessa, per cui dovrebbe essere in arrivo, a breve, uno specifico provvedimento ministeriale.
Si tratta di segnali positivi, di reali aperture che puntano ad affrontare l’emergenza di troppi lavoratori che, in questi mesi o dall’anno entrante, si troverebbero senza più un lavoro e senza alcuna protezione da ammortizzatore sociale. Certo, è partita complessa che va governata al centro (ad esempio per evitare che una regione assorba tutte le risorse disponibili) e concertata sul territorio (è infatti al livello regionale che è affidata la gestione del percorso). Il Sindacato molisano è pronto a intraprendere qui il percorso con l’Assessore alle Attività produttive per capire, caso per caso, dalla Gam alla Ittierre, come rendere concrete e praticabili queste aperture del tavolo di confronto nazionale.
Tutta la vicenda va poi inquadrata nella situazione complessiva del Paese: i dati sull’andamento dell’economia italiana diffusi nei giorni scorsi dall’ISTAT certificano il rallentamento della crescita economica. Tutti gli indicatori fanno segnare il passo: il PIL è in fase di stagnazione, cala la fiducia di imprese e consumatori, frena l’occupazione, cala la produzione industriale e calano i consumi interni.
Anche in Molise queste difficoltà si percepiscono distintamente: non è vero che ci sono più occupati, i giovani continuano ad emigrare, le fasce di povertà nella popolazione si allargano sempre più, molti negozi restati senza compratori chiudono, degli ammortizzatori sociali che stanno scadendo, abbiamo detto.
Gli amministratori locali è necessario che si sveglino e si confrontino con tutte le forze sociali per cogliere tutte le opportunità, che pure sembrano esserci, per creare qualche possibilità di sviluppo della nostra economia: scade fra quattro settimane il termine per manifestare interesse ad investire nell’Area di crisi complessa Venafro-Isernia-Bojano, fra poco arriva il decreto sulle aree di crisi non complessa che potrebbe interessare l’area del termolese, c’è tutto il Patto per il sud da mettere in operatività.