“Ognuno di noi dice: ‘Andrà tutto bene, ne usciremo!’, perché sa che sta dando il proprio contributo con grande responsabilità rispettando le misure e le indicazioni, sta a casa ma guarda con attenzione quello che accade fuori, si aspetta che altrettanta cura e impegno venga posto dalle Istituzioni per fronteggiare l’emergenza. E, davvero, è indispensabile l’apporto e l’impegno di ciascuno. E, davvero, è necessario, da parte delle Istituzioni locali, avere uno sguardo lungo, una capacità di programmazione e di azione immediata. Questo sollecitiamo.”Così la Segretaria generale della UIL molisana.
“Chi oggi ci sta salvando, chi agisce in prima linea sono le “competenze” dei professionisti della salute: ricercatori, medici, infermieri, operatori sanitari, operatori del 118 del nostro sistema sanitario, uomini e donne impiegati nell’emergenza e tutti i lavoratori dei servizi collegati. Gli stessi lavoratori che in questi anni hanno subìto le scellerate politiche dei tagli, dei mancati rinnovi contrattuali, della precarietà a vita. Gli stessi operatori della salute troppo spesso lasciati soli ad affrontare le giuste rimostranze dei cittadini che un servizio adeguato lo pretendono, talvolta persino aggrediti. Sempre un pensiero di gratitudine a loro, prima di impostare qualsiasi ragionamento.”
Ed eccolo qui il ragionamento della Boccardo: “L’abbiamo già detto nel corso degli anni e ora lo constatiamo: serve una rivoluzione ospedaliera, un ripensamento complessivo, la creazione di un sistema a rete. Dobbiamo rinforzare la Protezione Civile e il sistema sanitario entrambi hanno subito tagli negli ultimi anni per tenere dietro ad una falsa riorganizzazione che ora mostra tutti i suoi limiti. Finalmente, dopo giorni che se ne parla, si riapriranno le porte degli Ospedali di Larino e di Venafro. Ma è una corsa contro il tempo, abbiamo pochi giorni di vantaggio sul virus, sfruttiamoli lavorando al massimo, intervenendo con dinamicità e progettualità. È, questo, il primo tassello del “Piano Marshall” di cui la sanità molisana ha bisogno. Per affrontare l’emergenza, per non doversi ritrovare, superata l’emergenza, con i problemi di sempre.”
“Il Dottor Arcuri abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo in occasione del CIS. Ora che a livello nazionale in lui è stata individuata l’autorità che si occupa degli approvvigionamenti sanitari, non tardiamo a farci vivi, a rappresentargli le necessità (non ho scritto esigenze, ho scritto necessità!). E non dobbiamo, una volta tanto, arrivare ventesimi fra le regioni italiane. Non c’è tempo da perdere, il Governo ha già stanziato ingenti risorse, si sa come e chi le gestirà, muoviamoci noi, ora!”
Per questo la UIL ritiene indispensabile che la Regione invii a Roma una “mappatura ragionata” del fabbisogno necessario al Molise per la spesa di attrezzature, apparecchiature e assunzioni.
“Ma, in parallelo con questa attivazione con il livello nazionale, se davvero questa regione vuole passare dal “DIRE” al “FARE” la prima decisione da prendere è di costituire e mettere a disposizione un ‘Fondo regionale per l’emergenza’ a cui attingere per anticipare e far fronte alle spese straordinarie, per l’attivazione dei due ospedali e per l’approntamento della macchina organizzativa complessiva.”
Perché le cose da fare con immediatezza sono molte. Ecco che la Sindacalista ne mette in fila alcune: “Reclutiamo velocemente nuovo personale, attingendo medici anche nella specialistica ambulatoriale sospesa o ridimensionata, accelerando le stabilizzazioni. Facciamo accordi per l’impiego straordinario di personale sanitario da utilizzare negli ospedali pubblici per fronteggiare l’emergenza da COVID-19 che ha già dimezzato il già scarso personale sanitario impiegato. Come già stabilito, riattiviamo gli Ospedali dismessi di Larino e Venafro, con relativo pronto soccorso,e dedichiamoli al COVID-19, ma rimettiamo subito in piena operatività il presidio ospedaliero di Termoli, vitale per la popolazione del Basso Molise che attualmente è senza assistenza e ha il numero maggiore di casi di infetti. E, ovunque approntiamo strutture dedicate al virus: molta serietà per garantire la sicurezza dei lavoratori lì impegnati.”Tutto questo, la Boccardo, lo definisce “la fase A”.
“Ma non basta: serve contemporaneamente e con urgenza avviare anche una ‘fase B’, per fronteggiare un eventuale picco dell’epidemia in Molise e nelle regioni limitrofe. Per aumentare subito e presto i posti letto disponibili: liberiamo gli attuali posti ovunque, partendo dal contingentamento degli afflussi per le patologie programmabili, mettiamo in pronta disponibilità i posti letto sia nel pubblico che nel privato accreditato. Ognuno deve fare la propria parte, non è il tempo delle divisioni, utilizziamo tutte le strutture e le eccellenze sanitarie presenti sul territorio, condividendo l’unico obiettivo: che a tutti i malati possa essere garantito un posto letto! E, anche con questa “caccia” ai posti letto in tutti gli ospedali, cominciamo a realizzare quella “Rete unica integrata” di assistenza sanitaria che da tanto tempo invochiamo come riprogettazione della sanità molisana.”
Con una valutazione finale, da parte della leader della UIL Molise, caratterizzata da speranza e fiducia: “Perché, prima o poi, questa vicenda del Coronavirus sarà finita. Se sappiamo attivarci ora, se ci impegniamo ad usare al meglio le risorse economiche nostre a cui affiancare quelle straordinarie nazionali, se apriamo strutture e sperimentiamo la rete di tutela socio sanitaria, se inseriamo forze lavorative fresche e valorizziamo la professionalità degli operatori della salute. Se se se… Ci ritroveremo un po’ più avanti rispetto a dove siamo oggi, avremo sperimentato un modello e fatto un po’ di esperienza, avremo una vera opportunità di realizzare una sanità all’altezza dei tempi e rispondente alle reali esigenze delle nostre genti. Questo vuol dire cavare qualcosa di positivo da un evento tragico e spaventoso come quello che stiamo vivendo in queste settimane.”