“In una fase delicata e preoccupante come quella attuale, l’arma più forte che
dobbiamo mettere in campo per combattere il virus è sicuramente la vaccinazione.
Così la Segretaria generale della UIL Molise, Tecla Boccardo. “Chiediamo, prosegue la
sindacalista, che tutti coloro che garantiscono i servizi pubblici e che sono
particolarmente esposti ai rapporti con utenza e pubblico, siano inseriti tra le priorità
del piano regionale vaccinazione anti-Covid”.
“Purtroppo, nella condizione attuale dove siamo in attesa di ricevere anche in Molise
un congruo numero di dosi, una volta assolti gli obblighi verso le categorie indicate,
oggi occorre definire con attenzione e pragmatismo i destinatari dei vaccini disponibili,
ovviamente privilegiando le categorie che quotidianamente hanno a che fare con i
cittadini, mettendo a rischio l’incolumità loro e quella dei loro cari.
Naturalmente ogni lavoratrice e lavoratore ha pari dignità e medesimo diritto
nell’accedere all’unica forma di protezione oggi disponibile, ma fin quando non
disporremo di quantitativi idonei – sperando saremo pronti quel giorno con le strutture
necessarie – serve agire con efficacia.”
“Come CGIL, CISL e UIL, con l’impegno anche all’ANCI nazionale, siamo riusciti a far
inserire tra le categorie a rischio gli agenti della Polizia municipale, intervenendo
direttamente sul Ministero dell’Interno e inserendo per le vaccinazioni il loro corpo,
unitamente alle altre categorie di forze dell’ordine.
Stessa azione è stata condotta a favore del personale scolastico in servizio nelle
nostre scuole, comprendendo anche tutti i precari (compresi quelli che lavorano con i
contratti COVID), il personale delle mense, gli assistenti alla comunicazione ed i
tirocinanti.
Apprezziamo, inoltre, l’iniziativa dell’Anci regionale, attraverso il suo Presidente
Pompilio Sciulli, a sostegno dei lavoratori di Poste Italiane, sperando che anch’essi
possano essere inseriti nelle categorie a rischio e quindi vaccinati a breve”.
“Adesso guardiamo con attenzione ad altre categorie ad alto rischio, come i dipendenti
della pubblica amministrazione che svolgono attività di front-office negli uffici pubblici
regionali, comunali e dei vari enti locali.
E non dimentichiamo i dipendenti delle società partecipate che si occupano di servizi
domiciliari alle persone in casa contagiate, in quarantena o in isolamento, come ad
esempio la raccolta porta a porta di rifiuti.
Un doveroso cenno, poi, ai professionisti della sanità non convenzionata, come ad
esempio i fisioterapisti, che stanno lavorando regolarmente per offrire servizi
essenziali ai pazienti, ma che non ancora vengono inseriti tra le categorie da
vaccinare, nonostante l’elevato rischio giornaliero nello svolgere attività a stretto
contatto con i pazienti”.
“Insomma, come tutti, auspichiamo che i vari accordi sulle forniture siano rispettati il
più possibile, ma che ad essi si aggiungano nuovi vaccini o comunque produzioni
massicce, anche attraverso stabilimenti dislocati sul territorio italiano.
Intanto, con quel poco che abbiamo in termini di dosi, organizziamoci al meglio e
cerchiamo di proteggere lavoratrici e lavoratori ad alto rischio”.
Così facendo, contribuiremo a rallentare la diffusione di questo virus che è tornato di
nuovo a far paura con le sue varianti e con numeri che hanno messo in ginocchio
nuovamente il nostro traballante sistema sanitario.
Garantire in tempi ragionevoli il diritto di vaccinarsi, conclude Boccardo, non sarà solo
una grande “sfida logistica” ma anche una prova istituzionale di reale grandezza, oltre
che un dovere morale e di responsabilità verso se stessi e gli altri.