Autonomia differenziata, UIL: “Molise regione ad alto rischio recessione”

La UIL dopo diversi percorsi interni, non intende restare in silenzio e apre il confronto pubblico sull’autonomia differenziata e le diseguaglianze dimenticate, partendo già domani, 23 marzo, con un convegno pubblico, presso l’Istituto Pilla di Campobasso, a cui prenderanno parte ospiti qualificati per discuterne.

 La riforma, a nostro avviso, riduce i diritti dei Molisani, non li favorisce, anzi, acuisce le diseguaglianze territoriali!

Per la UIL i salari, la sanità, l’istruzione, i diritti e le tutele non sono regionalizzabili: sono del cittadino e non di un territorio e vanno assicurati “prescindendo dai confini territoriali dei governi locali” (art.120 cost 9).

 Per attuare l’autonomia differenziata dobbiamo avere prima di tutto lo stesso punto di partenza tra nord e sud che significa stesse opportunità, stessi servizi, stesse infrastrutture, ecc…

Sanità ed istruzione, soprattutto, sono diritti costituzionali, funzioni statali, che devono essere in capo allo Stato centrale: non ci possono essere differenze tra cittadini in base al luogo in cui si nasce.

Su questi diritti il Paese rischia grossi squilibri, particolarmente in Molise e al Sud. Alcuni di quelli più immediati sono la migrazione di insegnati, il peggioramento della qualità della scuola e della sanità, l’aumento della mobilità passiva sanitaria e dei medici verso il Nord, la riduzione della competitività dei territori che potrebbe significare la morte, se non si applica adeguatamente il principio di perequazione e solidarietà previsto nella costituzione.

 In sanità, nello specifico, le regioni del Sud hanno pagato oltre 7 miliardi di euro alle regioni del Nord a causa della migrazione sanitaria.

Vorremmo sapere: come si finanziano i LEP delle regioni che scelgono l’autonomia differenziata, ma anche i LEP delle regioni che non fanno richiesta, o di quelle – come il Molise – che pur facendo richiesta non hanno un’entrata fiscale diretta e sufficiente a sostenerli economicamente?

Non ci basta il generico riferimento che lo Stato dovrà trovare le risorse per il finanziamento dei LEP per garantire a tutti i territori gli stessi diritti ed opportunità, considerati gli attuali profondi divari tra Nord e Sud. Le riforme per funzionare devono essere innanzitutto finanziate. Purtroppo temiamo che le diseguaglianze si amplificheranno.

Senza dimenticare le altre problematiche che ricadranno anche sul trasporto pubblico, sulle infrastrutture e quindi sullo sviluppo del territorio.

Per queste ed altre ragioni faremo sentire la nostra voce dal livello nazionale a quello regionale contro le diseguaglianze. Vogliamo difendere il nostro futuro.

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