Parte il piano di occupabilità, 4,5 milioni al Molise. Boccardo: “Riusciremo a fare GOL?”
BILANCIO, PROMESSA, AUGURI.
Ecco qui. Come ci eravamo aspettati: un altro anno è terminato.
Fra paure e preoccupazioni (il Covid, certo, ma anche il lavoro incerto, la socialità messa a repentaglio, per dire), incertezze per il futuro, voglia di ripartire con le frequentazioni familiari e la “vita normale”. Ma anche con le delusioni: quanto avrebbe potuto essere diverso l’anno che sta per concludersi, quante promesse e rassicurazioni, quanti buoni propositi – un anno fa di questi tempi – che sono poi evaporati fra proclami di grandi risultati (che nessuno ha visto) e riproposizione di vecchie ricette (si, sempre quelle).
Cosa abbiamo combinato in questi dodici mesi? Proviamo a dare le pagelle, giusto per gioco?
L’economia. A livello nazionale pare che tutto stia andando per il verso giusto. Anche qui da noi qualcosa obiettivamente si sta muovendo, la ripresa delle esportazioni segno che l’industria (la poca che abbiamo) non è scomparsa, anzi mostra qualche segno di vivacità. Ma le imprese hanno bisogno di più sostegno, sfruttando al massimo le tante opportunità nazionali ed europee. E senza lasciare indietro le troppe realtà al palo: qualcuno ricorda quando è cominciata la cassa integrazione alla Gam e quante volte si è detto che arrivava l’acquirente che avrebbe investito (tanto per fare un esempio che tutti conoscono)? E in attesa di capire bene cosa accadrà nello stabilimento Stellantis di Termoli, rispetto la Gigafactory.
Anche l’agricoltura, pare, vada abbastanza bene, grazie alle eccellenze del territorio. L’artigianato tira avanti, merito anche del sostegno della bilateralità che anche qui è ripartita, che ha assicurato cassa integrazione e supporti. Ma, pure qui, le prospettive sono incerte. Come incerto e in grave difficoltà è l’intero comparto del commercio e dei servizi e tutto il settore del turismo: dopo la fiammata dei mesi estivi, se non c’è un piano complessivo (e nemmeno una legge quadro regionale, sia detto per inciso) tutto torna a ripiegarsi. Esempio ne sia il sostanziale fallimento del turismo invernale sulle nostre montagne e la mancanza di attenzione verso chi tenta di investire in turismo culturale e religioso, dove pure avremmo la possibilità di dire la nostra.
L’edilizia, anche da noi, per effetto degli incentivi alla ristrutturazione e qualche sblocco di finanziamenti pubblici, dà segno di presenza e di attività. Quello che dorme è tutto il comparto pubblico: le stabilizzazioni del personale promesse sono solo all’inizio e solo per alcuni enti, la formazione professionale adagiata su un’offerta discutibile e in attesa di essere agganciata alle politiche attive, i centri per l’impiego depauperati di personale e con poca offerta di occupazione da poter offrire, i comuni con sempre meno personale e lo stesso ente regione che ha registrato il pensionamento di molti senza alcun rincalzo. Le difficoltà delle scuole, sono vicenda di livello nazionale ma che da noi assume toni di ancor maggior difficoltà, fra piccoli paesi con classi ridottissime, difficoltà di movimento, impegno allo stremo di insegnanti e personale ausiliario spesso lasciati soli, persino a gestire la scuola a distanza. La sanità: ne vogliamo parlare? L’insediamento e il potenziamento della medicina territoriale, indispensabile per una regione che invecchia sempre di più e dove di assistenza non se ne è mai parlato abbastanza e la modulazione della sanità di prossimità e quella per gli interventi più impegnativi, persino l’operatività di ospedali, tutta la strategia, insomma, è stata scritta da qualcuno che sta altrove, certo conosce le carte e sa fare i conti, ma come è fatto il Molise, quali siano i bisogni veri della sua popolazione certo non li conosce di prima persona. Si è deciso di fare altrettanto per i trasporti, vera palla al piede dell’economia regionale e vera angoscia quotidiana di studenti e pendolari. Anche qui: qualcuno a Roma ha messo mano alla progettazione e, come al solito, senza soddisfare i reali bisogno di mobilità dei cittadini. Cosa poi sappiano, questi esperti, dei nostri treni e degli autobus locali, delle strade che franano e dell’isolamento dei piccoli centri, beh, è tutta un’altra faccenda.
Senza sanità, formazione e mobilità, senza sostegno alle aree interne e alle imprese, come si immagina di invertire lo spopolamento che anche quest’anno ha segnato un nuovo record negativo?
Quello che in buona sostanza registriamo, anche questa fine d’anno, è l’assenza della politica, la mancanza di una visione dello sviluppo possibile. Certo, abbiamo un Presidente, anzi con la p minuscola, di Regione, anche qui con la r minuscola, che pontifica, che promette, che rivendica. Ma dei finanziamenti persi, delle occasioni mancate, delle risorse economiche restate a Roma o addirittura rimandate indietro, certo nemmeno si avvede (se volete, possiamo argomentare, come abbiamo fatto molte altre volte). D’altra parte non avverte nemmeno la necessità di approntare la macchina pubblica per utilizzare le tante disponibilità del mitico, e mitizzato, PNRR in direzione dello sviluppo economico, del miglioramento sostanziale delle infrastrutture, del recupero della socialità. Appunto, cerca di volare alto, di trovare a livello nazionale qualcuno che elabori piani, come se da noi non ci fosse l’eccellenza dell’Università che potrebbe supportare, accompagnare, suggerire, essere il vero volano del cambiamento.
Ma ne raccontiamo un’altra: le forze sociali molisane, tutte le Organizzazioni sindacali e le Associazioni datoriali di ogni comparto, da quello agricolo al commercio, dall’artigianato all’industria, soggetti rappresentativi dell’economia del territorio e portatori di istanze e bisogni specifici, tutti quanti, insomma, si sono messi al lavoro, hanno steso un piano, elaborato strategie, indicato priorità. Trovando un’utile sintesi fra posizioni obiettivamente diverse, come diversa è la loro rappresentanza nel mondo del lavoro, hanno presentato il tutto alla cittadinanza, “a tutti gli uomini di buona volontà”. Una vera sfida alla politica locale sempre distratta e ripiegata sugli equilibri ed equilibrismi interni. Ebbene, quale è stata la risposta alle cartelle di elaborazioni e richiesta di confronto e di supporto per lo sviluppo di politiche positive per l’economia e, in ultima istanza, per l’intero Molise? “Grazie, vi faremo sapere”. La stessa risposta che ricevono i giovani quando sostengono un colloquio sperando in un posto di lavoro che non c’è o non spetta a loro, a priori.
Grazie, vi faremo sapere. Una offesa a coloro che hanno deciso di mettersi in gioco, che non accennano il declino ineluttabile, che non si arrendono. Gli stessi che vengono convocati, sempre all’ultimo momento, per degli incontri che più che confronti sembrano sedute di autocoscienza o lezioncine da parte di presidente/assessori/dirigenti regionali evanescenti.
Staremo a vedere cosa succederà ora: un’intesa firmata proprio in questi giorni a livello nazionale chiarisce che un coinvolgimento delle parti sociali ed economiche, ogni volta che va progettato un intervento per l’utilizzo dei fondi pubblici (i tanti soldi che stanno piovendo dall’Europa, per intenderci), è indispensabile. Non suggerito o raccomandato, ma necessario e imprescindibile. Sia in fase di progetto che di verifica della realizzazione, di valutazione dei bisogni e delle opportunità, di misurazione della qualità degli interventi, di monitoraggio costante. Vedremo se, anche in Molise come avviene in tutte le altre Regioni, il confronto, quello vero e nel merito, quello attorno ad un’idea forte di sviluppo economico, occupazionale, sociale, si realizzerà.
Perché, più che gli auguri per il nuovo anno, mi pare sia importante fare almeno una promessa. Non molleremo. Certo la UIL molisana, tutti i suoi dirigenti, i quadri, i delegati nei luoghi di lavoro, gli iscritti stessi che nella sua iniziativa si ritrovano, non mollerà la presa. Continuerà ad insistere con richieste e proposte, con iniziative di mobilitazione e con la vicinanza ai bisogni e alle istanze delle persone. Continuerà ad essere “il cane da guardia” dei potenti che troppo spesso si distraggono, sapendo di non essere il solo soggetto preoccupato della deriva che sta prendendo la nostra società molisana. E , infatti, l’attività unitaria del sindacato è un grande valore, così come la pratica del confronto con tutta la componente datoriale e con le forze vive che agiscono nel sociale è l’unica arma che può rivelarsi vincente.
Un nuovo anno di ripartenza e di salute, di lavoro e prosperità, di sicurezza e di prospettive per i ragazzi e per i nostri nonni, di serenità ritrovata e di socialità, di dignità per tutti e di protagonismo per ognuno. Tutto questo spetta anche ai molisani. Buon 2022.
Tecla Boccardo
La UIL Molise pronta a partecipare allo sciopero generale del prossimo 16 dicembre
Anche dal Molise convintamente parteciperemo allo sciopero generale del prossimo 16 dicembre, in piazza a Bari.
C’è una importante parte di Paese che in questa manovra non trova sostegno e attenzione e necessariamente dobbiamo sollecitare il Governo ad accogliere le nostre richieste a favore di precari, giovani, donne, pensionati.
Non va tutto bene come qualcuno prova a farci credere e non abbiamo tempo da perdere!
Boccardo: “con queste risorse il Molise si può ricostruire daccapo”
“Sono quasi mille miliardi di lire! Una somma che è difficile anche da immaginare e come regione potremo cominciare a capire come spenderla per uno sviluppo duraturo”.
Così la segretaria della UIL Molise, Tecla Boccardo, a margine della visita del Ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, a Campobasso.
“L’esponente del Governo, prosegue la sindacalista, ha illustrato il corposissimo pacchetto del PNRR che toccherà alla nostra Regione e che prevede, appunto, oltre 530 milioni di euro da destinare a interventi su infrastrutture, istruzione, salute e lavoro.
Insomma, un’opportunità straordinaria per poter rilanciare questa terra in tutti gli asset strategici e che permetterebbero di avviare quella tanto attesa ripresa in maniera definitiva.
Ma non siamo appagati da questo annuncio, almeno per adesso, in quanto non vediamo da parte della nostra amministrazione regionale la capacità progettuale e organizzativa per mettere a sistema queste economie.
Non saranno soldi regalati, ma dovranno rispondere a elaborazioni e proposte realizzabili, programmate e ben strutturate.
Serve capacità di sintesi per comprendere quale sia la direzione da far prendere alla regione negli anni a venire, dunque occorre una regia centrale che sappia fare da raccordo, accorpare le esigenze e creare proposte.
Davvero siamo dinanzi a un’occasione unica per migliorare i servizi ai cittadini riguardo all’offerta di servizi pubblici essenziali come sanità, istruzione, occupazione e collegamenti verso l’esterno e forse non ne capiterà una simile per chissà quanto tempo!
C’è da capire, adesso, come la Regione vorrà porsi nei confronti del territorio, dei suoi amministratori, dei rappresentanti delle parti sociali.
Dal canto nostro abbiamo chiari quali sarebbero gli obiettivi su cui puntare per ridare slancio e competitività al territorio e ormai li abbiamo illustrati in lungo e in largo.
Speriamo, conclude Boccardo, che chi ha in mano il pallino abbia idee altrettanto chiare e che vadano al di là della semplice gestione condominiale della Regione.”
“Una manovra inadeguata!” Anche in Molise sindacati confederali in mobilitazione
Il prossimo 1° dicembre Cgil Cisl e UIL del Molise si daranno appuntamento presso la Scuola Edile a Campobasso.
Anche i sindacati molisani, con una loro iniziativa, si inseriscono nella mobilitazione nazionale proclamata a livello unitario rispetto ai contenuti della Manovra di Bilancio, che sta per cominciare il suo iter di approvazione, che si dovrebbe concludere entro il mese di dicembre.
Cgil, Cisl e Uil chiedono di migliorarne i contenuti sulla base della piattaforma sindacale unitaria in cui si chiede una migliore legge sulla non autosufficienza; il rafforzamento delle politiche di inclusione, l’opzione donna e l’ape sociale; una reale transizione ambientale e digitale; il contrasto al lavoro nero e all’evasione fiscale.
Nello specifico di alcuni temi, le Confederazioni chiedono:
PENSIONI
No a quota 102. Serve una pensione di garanzia per giovani, più sostegno a donne, ai lavoratori disoccupati, discontinui e precoci e forti incentivi per la previdenza complementare.
Possibilità di pensione:
da 62 anni di età;
con 41 anni di contributi senza limiti di età.
Migliorare Opzione donna e rafforzare l’Ape sociale estendendo la platea dei lavori gravosi e usuranti.
FISCO
Incrementare le risorse da destinare alla riduzione delle tasse a lavoratori e pensionati.
Contrastare lavoro nero, evasione ed elusione fiscale.
Basta incentivi a pioggia alle imprese.
LAVORO
Servono investimenti per creare buona occupazione, ammortizzatori sociali universali e politiche attive.
Contrastare la precarietà e rilanciare il potere di acquisto di salari e pensioni.
Occorre stabilizzare il lavoro e rilanciare le assunzioni nei settori pubblici, a partire da sanità e scuola.
SVILUPPO
Rafforzare le politiche industriali e di sviluppo.
Sbloccare gli investimenti in ricerca, innovazione e formazione.
Affrontare le sfide della transizione ambientale e digitale.
Risolvere le tante crisi aziendali ferme da troppo tempo al Mise.
SOCIALE
Incrementare le risorse e introdurre i livelli essenziali in vista della legge sulla non autosufficienza.
Contrastare la povertà, migliorando il reddito di cittadinanza e potenziando le politiche di inclusione.
Nel corso dell’iniziativa del 1° dicembre, che comincerà alle 15:30, sono previsti gli interventi di delegate e delegati, lavoratrici e lavoratori.
Concluderà i lavori la Segretaria Confederale UIL, Tiziana Bocchi.
Grande partecipazione alla tappa del “UIL tour” in Molise

“UIL tour” sabato 6 novembre tocca il Molise: Dalla sicurezza all’economia per fare il punto sul Molise
MAI PIU’ FASCISMI
Una risposta più forte a quanti hanno voluto aggredire il sindacato non potevamo darla! Circa 100.000 persone si sono ritrovate in piazza San Giovanni, riunite dal sindacato confederale, per ribadire che non arretreremo neppure un passo dinanzi a queste aggressioni e intimidazioni.
Oggi, anche una foltissima delegazione giunta dal Molise, si è unita a donne e uomini provenienti da tutta Italia per ribadire il NO a qualsiasi forma di fascismo e di violenza e per chiedere più partecipazione, più lavoro, più democrazia.
Potenziamento ferrovie regionali, su 1,25 miliardi per il sud al Molise neppure un euro. Boccardo: “Era difficile raggiungere un livello così basso”
“Come riportato dagli organi di informazione nazionali e locali, sono stati assegnati alle Regioni dal Ministero per le infrastrutture e le mobilità sostenibili per il potenziamento delle ferrovie regionali 1,55 miliardi di euro del Fondo Complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, di cui circa l’81% al Sud, per un totale di 1,25 miliardi”.
Lo ricorda la Segretaria della UIL Molise, Tecla Boccardo.
“Queste ingenti risorse, hanno spiegato dal Ministero, dovranno essere spese dalle regioni per il rafforzamento delle linee ferroviarie regionali interconnesse per migliorarne i livelli di sicurezza, per il potenziamento del sistema ferroviario utilizzato come trasporto pubblico locale, nonché per interventi volti a rafforzare il collegamento delle linee regionali con la rete nazionale ad alta velocità.
Il fine è diminuire il divario tra nord e sud rispetto al trasporto ferroviario, in termini di qualità del servizio e sicurezza e di agevolare i pendolari, che si spostano quotidianamente per motivi di studio o di lavoro e che di fatto sono i maggiori utilizzatori dei treni regionali.
In particolare, il decreto, che ad agosto ha superato il vaglio della Conferenza Stato-Regioni, assegna circa 454 milioni di euro per interventi di messa in sicurezza delle linee ferroviarie regionali, oltre 677 milioni per il potenziamento delle reti ferroviarie regionali, 278 milioni per interventi di potenziamento e rinnovo del materiale rotabile e 140 milioni per ulteriori interventi di potenziamento e ammodernamento delle linee ferroviarie, con il contestuale rinnovo del parco rotabile.
Per la realizzazione degli interventi le Regioni, o gli eventuali soggetti attuatori, devono utilizzare le risorse entro il 2026, secondo un preciso cronoprogramma previsto in un allegato al decreto, che riporta i contributi riconosciuti ai singoli interventi.”
“Tutto molto bello, prosegue la sindacalista, se non fosse che la quota per il Molise è pari a 0. Nulla, neppure un centesimo.”
“Nonostante prima dell’approvazione di questo documento si sia passati per la Conferenza delle regioni e immaginiamo per altri tavoli tecnici, siamo stati così abili a non ottenere economie neppure per stringere un bullone, con oltre un miliardo di euro ripartito tra poche regioni meridionali. Credo che raggiungere un simile risultato sia difficile davvero”.
“Ma forse i nostri amministratori avranno pensato che non servisse migliorare le ferrovie forse più disastrate del paese (che vanno verso il disuso in controtendenza con il mondo) sulle quali ormai è diventato noioso anche ironizzare, dove per fare 180 km ci vogliono tre ore e mezza se si è fortunati, senza contare adesso che devi fare i conti con il cambio mezzo.”
“A questo punto ci chiediamo se alle riunioni in cui si definiscono i riparti ci vada qualcuno dal Molise oppure sono tutti troppo impegnati a fare altro (?) nelle sedi degli Assessorati.
Insomma, conclude Boccardo, tutti parlano di PNRR e delle sue opportunità, ma forse non hanno capito come funziona. Evidentemente immaginano, in Regione, che arrivi qualcuno con la valigia a distribuire risorse perché siamo simpatici. Se poi ci sono altre motivazioni, chiediamo di conoscerle.”
