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E’ il momento delle politiche per la salute, basta le mani della Politica sulla sanità

 “Meno male che da noi il virus non ha colpito duro: sarebbe stata una tragedia.” Amara l’analisi di Tecla Boccardo, leader sindacale della UIL, quando mette l’attenzione allo stato di salute della sanità molisana: “Un sistema sanitario impreparato a far fronte all’epidemia, che non avrebbe assolutamente retto se solo pensiamo alla medicina sul territorio quasi assente, alle carenze di mezzi e uomini del 118, alle strutture ospedaliere chiuse da anni e, contemporaneamente, ad un concetto ospedalocentrico senza integrazioni con il territorio. D’altra parte, è quello che ci meritiamo dopo anni di tagli selvaggi, con diminuzione dei posti letto, con un eccesso di precariato fra le fila degli addetti, con una politica del personale tutta concentrata a spremere all’eccesso il personale senza un percorso convincente di aggiornamento professionale e di valorizzazione dell’impegno e dell’abnegazione dei molti.

 Poi ci aggiungiamo il nostro regionalismo esasperato, l’incapacità di progettare l’integrazione e l’interconnessione del sistema ospedaliero con quello della medicina territoriale, la paura di tenere efficacemente assieme il servizio sanitario pubblico con il privato accreditato,il campanilismo invece che la programmazione globale, un eccesso di propaganda e di personalizzazione delle scelte da parte del Napoleone di turno. Insomma, invece che le politiche per la salute, la mano della politica sulla sanità molisana, con i suoi tornaconto e la consueta attenzione alla ricerca del facile consenso.”

 La UIL, invece, ritiene che la programmazione, anche in materia di salute,“deve essere unica e complessiva, non uno spezzatino di proposte più o meno realizzate di questi anni, non risposte costose e inefficaci a qualche brandello di problema senza assicurare il diritto alla salute, all’assistenza e alla cura a tutti i molisani.”

E, dal Sindacato, rimettono in fila le idee e le proposte avanzate negli anni: “Riorganizzazione del sistema sanitario a rete, unitario e integrato tra pubblico e privato accreditato, con il potenziamento della medicina territoriale. Se si crede nella necessità di riequilibrare l’organizzazione della sanità per renderla più efficiente, più efficace e più equa, occorre lavorare per la costruzione di forti reti territoriali e non di disarticolati punti di assistenza scollegati da tutto il sistema (troppo spesso,dietro il falso potenziamento del sistema territoriale si celano logiche di attenzioni politico-clientelari…). Occorre puntare su un progetto di rafforzamento territoriale con investimenti adeguati per il superamento delle diseguaglianze; per farlo si deve partire con lo stimare i trade off tra qualità e costo delle diverse modalità di organizzare l’assistenza, valutare quali specialismi portare dall’ospedale al territorio, operare per raggiungere più velocemente e meglio chi si trova in situazioni di difficoltà grave e non ha accesso all’assistenza di cui avrebbe bisogno, decongestionare i pronto soccorso e persino i poliambulatori, definire l’assetto ideale complessivo per individuare i soggetti che dovrebbero essere i protagonisti di tale trasformazione (a titolo esemplificativo: le guardie mediche e le ambulanze, ma anche le RSA, i medici di medicina generale, …)”

 Un vero cambio di paradigma, un diverso percorso, completamente diverso da quelli tentati o rabberciati in questi anni, caratterizzati da emergenza nel servizio e disequilibrio nei conti.“Serve, probabilmente, uno shock (e coronavirus avrebbe potuto esserlo, pur se in negativo), servono leader politici, istituzionali e professionali che adottino risolutamente questa impostazione investendo risorse, guardando alle nuove tecnologie che rendono migliore l’assistenza e la cura domiciliare, moltiplicando le visite e le cure domiciliari per raggiungere strati di popolazione e gruppi sociali altrimenti a rischio di esclusione. Per decongestionare gli ospedali e i pronto soccorso, oltre che un filtro efficace per il controllo della diagnostica, vanno portati i servizi in periferia, persino a casa dei pazienti. Occorre ripensare anche la governance sanitaria territoriale per tenere insieme, orientare, valutare e supportare la rete dei medici di medicina generale e dei pediatri e degli altri presidi territoriali. Modificare radicalmente le modalità di lavoro di un vasto numero di professionisti è un’operazione che richiede chiarezza di visione, grande determinazione e un orizzonte temporale adeguato.”

 “Ma perché una diversa strategia possa avere successo si deve pensare ad un rafforzamento che parte dal basso: noi della UIL auspichiamo che i comuni, il mondo del privato sociale, il terzo settore, i soggetti privati (dal welfare aziendale alle strutture sanitarie e sociosanitarie) si impegnino per intrecciare i loro valori e dare forma alle loro aspirazioni. Mettano a disposizione, questi protagonisti del sociale diffuso, esperienze e capacità, concorrano alla definizione del disegno complessivo per poi impegnarsi, ognuno per la propria parte, alla realizzazione.”

Dipendenti Adecco in Poste Italiane: Uiltemp “Salvaguardare i posti di lavoro”

“Da oltre un anno la UILTEMP, unitamente alle categorie di CGIL e CISL che si occupano di lavoratori somministrati, sta tenendo alta l’attenzione sulla situazione delle oltre 400 lavoratrici e lavoratori in somministrazione, assunti dall’agenzia per il lavoro Adecco Italia S.P.A. ed in missione presso Poste Italiane. Di questi, circa 300 hanno un contratto a tempo indeterminato con l’agenzia ADECCO, anche grazie a due accordi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali.

E di questi lavoratori, 7 sono in forze presso le sedi di Campobasso e Isernia, mentre un altro non si è visto rinnovare il contratto di lavoro, assieme ad altri 100 colleghi in tutta Italia”.

 

“Nonostante un percorso condiviso con Agenzia e Azienda al fine di garantire continuità occupazionale, Poste Italiane il 30 giugno ha interrotto la missione lavorativa di ulteriori 17 lavoratori a causa di un’interpretazione, non condivisibile, del Decreto Dignità, che considera il limite dell’anzianità di 24 mesi, previsto per i lavoratori temporanei.

Ci si è trovati dinanzi a questa azione incomprensibile, nonostante la circolare n.17 del 31 ottobre 2018 del Ministero del Lavoro, puntualizza che “nessuna limitazione è prevista per i somministrati assunti a tempo indeterminato inviati in missione temporanea”, come nel caso di specie.

Dunque, a giudicare da questa presa di posizione, siamo preoccupati che, nonostante tutti gli strumenti messi in atto nel settore della somministrazione di lavoro, finalizzati ad assicurare la continuità occupazionale, il destino riservato a questi 17 lavoratori toccherà anche alle restanti centinaia di dipendenti che, con scadenze differenti, sono impegnati nella commessa di Poste Italiane”.

 

“In virtù di queste ragioni,  si è intrapreso un percorso di mobilitazione a livello nazionale, che ha portato dapprima ad un sit in di protesta davanti la sede nazionale di Poste Italiane, quindi ad un’astensione ad oltranza di straordinari e turni aggiuntivi. Dopo i primi tentativi senza esito, si è proceduto alla procedura di raffreddamento ed è’ stato proclamato lo sciopero nazionale dei lavoratori somministrati impiegati nella commessa di Poste Italiane, per l’intera giornata di lunedì 27 luglio 2020, che ha visto un presidio nazionale presso la sede nazionale di Poste Italiane al mattino e presso la sede del Mise nel pomeriggio”.

“A seguito dello sciopero, che ha visto l’adesione di oltre l’80% dei lavoratori, c’è stata una evidente chiusura da parte di Poste, a differenza del Mise che ha ricevuto le organizzazioni sindacali e riprogrammato un incontro per il 4 agosto p.v. nel quale proverà a fare il punto della situazione rispetto alle nostre richieste. Intanto, in questa fase, lo stato di agitazione resta, con il blocco degli straordinari e siamo pronti a nuove azioni di protesta qualora non avremo risposte soddisfacenti.”

“Come Sindacati, concludono dalla UILTemp molisana, non ci resta che constatare la totale indisponibilità da parte di Poste Italiane di incontrare le delegazioni sindacali, perdendo anche l’occasione, per una società a controllo pubblico, di mostrare attenzione verso i propri dipendenti, special modo in un momento storico del nostro Paese dove proprio lo Stato, attraverso le sue articolazioni, dovrebbe trasmettere fiducia.”

Boccardo, UIL: “Le fasce più deboli sono state dimenticate da tutti”

“L’emergenza COVID ha tenuto accesi i riflettori rispetto alla catastrofe sanitaria ed economica che sarà ricordata per i decenni a seguire. Ma purtroppo ha temporaneamente offuscato la grande piaga della povertà e della non autosufficienza, che la pandemia ha spesso contribuito ad aumentare”.

Così la Segretaria della UIL Molise Tecla Boccardo.

 “Il fenomeno, che ha  un’incidenza più elevata tra le famiglie con un maggior numero di componenti,  aumenta in presenza di figli conviventi, soprattutto se minori, tra le famiglie monogenitore e spesso quando nel nucleo familiare riscontriamo la presenza di anziani a basso reddito, cosa questa piuttosto comune in Molise.  Già da quando fummo convocati in Regione per discutere del bilancio regionale, evidenziammo la carenza di risorse su questi due temi, ma purtroppo non abbiamo visto correttivi nella forma e nella sostanza”.

“A livello nazionale si stanno programmando tavoli di confronto sulla non autosufficienza al fine di evidenziare le criticità del sistema sociale, così che si arrivi in tempi brevi alla creazione di correttivi. Adesso la questione, non è più rinviabile neppure qui da noi”.

“Ci piacerebbe che la Regione recuperasse il ruolo di coordinamento che gli compete per monitorare in maniera continua le difficoltà dei meno abbienti, garantendo su tutto il territorio regionale un livello di prestazioni socio sanitarie e socio assistenziali uniformi. Auspichiamo che in questa partita entrino in gioco anche i Comuni, a cui chiediamo di avere un ruolo dinamico e di stimolo, per contribuire ad avviare i vari piani attraverso gli Ambiti territoriali e gli uffici competenti”.

“Bisogna ricordare, prosegue la sindacalista, che secondo i dati Istat la condizione sociale degli anziani residenti nei comuni della nostra regione presenta rilevanti criticità dovute a carenza di servizi pubblici offerti, spesa sociale molto bassa, condizioni di salute non pienamente sufficienti, a cui si aggiungono un basso livello di reddito, anche da pensione, e sarebbe opportuno che anche i comuni della nostra regione destinino  più risorse per la spesa sociale”.

“Alla luce di queste evidenti criticità, chiediamo un Piano Regionale per la non autosufficienza e l’istituzione del Fondo regionale per la non autosufficienza alimentato dalle risorse nazionali e da risorse regionali, non inferiori al finanziamento proveniente dallo Stato. Interventi aggiuntivi rispetto ai pochi finanziamenti destinati attualmente per coprire i costi di servizi e prestazioni per le persone non autosufficienti, disabili e anziani”.

“Stiamo assistendo a continui tagli alla spesa per il sociale, che denota una scarsa attenzione alle fasce deboli. E, senza giri di parole, a essere colpiti sono anche i ceti che un tempo definivamo “medi” ma che oggi cominciano a essere a rischio povertà, visto che con gli stipendi o con gli ammortizzatori sociali percepiti, fanno fatica ad arrivare alla metà del mese, altro che fine!”

“La politica, tutta, prima di tutto a questo dovrebbe guardare: alla dignità, al benessere sociale e ai diritti dei cittadini. Noi oggi riscontriamo troppo disinteresse a riguardo e quando a esser colpiti sono i più fragili, non ci stiamo. Disoccupati, anziani, non autosufficienti e giovani stanno pagando un prezzo ancora più alto ai tempi del Covid, ma non vediamo una minima idea e proposta a riguardo”.

Conclude Boccardo: “Dove sono le politiche sociali? Dove sono i bandi? Quali sono gli strumenti a disposizione dei molisani in difficoltà nell’attesa della ripresa?  La civiltà di un popolo e di chi lo governa, si misura principalmente da come ci si pone e si interviene a sostegno dei più deboli.”

Boccardo, UIL: “Senza un Patto per lo sviluppo, sarà crisi irreversibile”

“Dalle informazioni che stiamo raccogliendo e da alcune previsioni, molti saranno i lavoratori che rischiano di restare senza lavoro nei prossimi mesi e prevediamo che a fine agosto un lavoratore su tre non avrà più alcun sostegno al reddito e nessun ammortizzatore” . Questo l’allarme lanciato dalla Segretaria regionale UIL che continua “Molti lavoratori, a distanza di mesi dall’inizio dell’emergenza, non hanno ancora ricevuto gli ammortizzatori e in tanti non sono ancora tornati sui posti di lavoro perché la produzione non è ancora pieno regime o non è addirittura ripartita”.

 “Altra tragedia annunciata sta nelle centinaia di precari che vedranno scadere loro i contratti a termine e che non saranno rinnovati non appena terminerà l’emergenza, come per quei lavoratori stagionali che non sono stati richiamati a lavorare.

Dunque, prosegue la sindacalista, mettendo insieme questi elementi, è facile immaginare che la situazione tra qualche mese sarà drammatica,  se non corriamo per tempo ai ripari.

Dinanzi a situazioni straordinarie ed emergenziali, bisogna rispondere con azioni altrettanto straordinarie. Da oggi, quindi, va rifinanziata e prolungata la cassa integrazione, eventualmente ricorrendo ai fondi SURE, che sono le risorse europee destinate a questo utilizzo.

Ma solo i fondi non bastano perché, come stiamo già verificando, il sistema regionale e quello INPS vanno potenziati per velocizzare le pratiche di accesso agli ammortizzatori sociali”.

 “In egual misura, occorre allineare il sistema di supporto agli autonomi e alle PMI, nonché mettere in campo strumenti veloci e di facile accesso a favore delle attività ricadenti sui tanti settori in ginocchio come quello del turismo, del commercio, dell’edilizia, dell’artigianato.”

 “Con questi presupposti, consapevoli tutti del ciclone socioeconomico che potrebbe travolgere il Molise,  non possiamo più assistere a litigi e discussioni di posizionamento da parte della politica, a tutti i livelli, piuttosto che concentrarsi per dare risposte ai problemi dei Molisani.

Bisogna fare, almeno una volta, un lavoro corale che guardi la crescita e al rilancio di questo territorio, con progetti concreti e realizzabili per farci trovare pronti a richiedere e ad accedere a tutte le risorse, che siano nazionali ed europee, come il Recovery Fund o strumenti simili in fase di elaborazione”.

 “Serve che tutti noi soggetti coinvolti, conclude Boccardo, elaboriamo un Patto per il rilancio, che punti allo sviluppo strategico e al recupero delle carenze strutturali che da anni penalizzano il Molise in termini di competitività ed attrattività,  investendo innanzitutto in opere importanti per la realizzazione delle Infrastrutture materiali e immateriali,  del lavoro, anche in termini di qualità, della sanità e del sistema sociale e di assistenza ai più deboli.

La politica regionale, mai come adesso, deve definire una direzione precisa da seguire  con la programmazione di progetti concreti e realizzabili per il futuro della nostra gente”.

Pierpaolo Bombardieri nuovo Segretario generale della UIL

Tecla Boccardo – Segretaria generale della UIL Molise – presente al Consiglio Confederale nazionale della UIL per ringraziare Carmelo Barbagallo del grande lavoro fatto e della costante vicinanza al nostro territorio.
Ma anche per fare un grande augurio di impegno e di successi al nuovo segretario generale della UIL, Pierpaolo Bombardieri, del quale pure apprezziamo la costante capacità di conoscere e supportare le battaglie che il sindacato conduce in ogni contesto.
Ma con l’occasione, la segretaria molisana, ha potuto anche salutare Benedetto Attili, Tesoriere nazionale, e ringraziarlo per l’attenzione che riserva alle nostre necessità.
E’ stata anche una mattinata di grande emozione, di elaborazione di strategie, di dialogo con i più alti vertici istituzionali.
E la UIL, anche nel nostro Molise, ricomincia il cammino: chiari gli obiettivi, tutti determinati nell’azione i suoi dirigenti, i delegati, i militanti e gli iscritti.
“Pensavo ad ognuno di loro”, sottolinea Tecla Boccardo, “e mi sentivo orgogliosa di rappresentarli, in questa giornata particolarmente significativa per la vita della nostra organizzazione”.
Viva la UIL!

Accordo Molise Acque, UILTemp:“Un primo passo verso la stabilizzazione dei somministrati”

E’ stato sottoscritto  presso l’Azienda speciale Molise Acque un accordo sulla contrattualizzazione del personale precario.

“Come UILTemp, alcuni anni fa, prendemmo un impegno verso i lavoratori somministrati presenti in Molise Acque: raggiungere l’inserimento all’interno dell’Azienda, superando un utilizzo della somministrazione spesso discutibile, che prevedeva l’impiego delle unità lavorative a mesi alterni, attraverso contratti brevi e reiterati e che negavano qualsiasi garanzia, anche minima, al lavoratore.”

“Sono cambiati Consigli di Amministrazione, abbiamo attraversato una lunga fase di commissariamento, ma oggi possiamo dire di aver posto le basi affinché quel traguardo potrà essere raggiunto. I recenti accadimenti e le relative prese di posizione provenienti da più parti, hanno reso nota la vertenza, aumentando anche l’interesse mostrato dalle organizzazioni sindacali e da buona parte del mondo politico.

Onestamente, avremmo apprezzato maggiormente questa attenzione fin dal primo istante in cui sollevammo la questione, ma comunque oggi possiamo affermare che le discussioni e i confronti – spesso duri-  con quanti hanno governato l’Azienda speciale negli ultimi 5 anni e che la UILTemp ha perpetrato, hanno portato a un primo traguardo.

Attraverso l’accordo sottoscritto dalle categorie del Pubblico Impiego di UIL e CGIL, difatti, si potranno assumere a tempo determinato i lavoratori in questione.

Ci piace ricordare, poi, che è grazie alla determinazione della UIL, attraverso la UILTemp e  la categoria del Pubblico impiego, che il tavolo negoziale con la governance aziendale è stato riaperto, dopo che alcune posizioni avevano arenato la trattativa con forti rischi sulla continuità lavorativa del personale somministrato.

Dopo anni che la nostra categoria ha combattuto per raggiungere questo obiettivo, non potevamo  permettere che lavoratori che da un decennio apportano un contributo fondamentale alle attività dell’azienda non venissero opportunamente tutelati, valorizzati, oltre che garantiti.

Nel corso dei 36 mesi di contratto previsto, inoltre, l’Azienda si impegna a indire le procedure per la stabilizzazione delle figure professionali oggetto dell’accordo, valorizzando l’esperienza maturata all’interno di Molise Acque.

Il nostro lavoro non si ferma ovviamente qui: oggi comincia una nuova sfida rispetto alla stabilizzazione dei lavoratori, che auspichiamo avvenga il più presto possibile, augurandoci che l’Azienda continui a manifestare anche in futuro la stessa attenzione e l’impegno mostrati in questa circostanza.

Possiamo affermare di aver raggiunto un primo risultato concreto per i precari della Molise Acque che,  nonostante un utilizzo “singolare” e per certi versi estenuante della somministrazione, hanno mostrato sempre professionalità, impegno e abnegazione che meritano di essere adeguatamente riconosciuti e valorizzati”.

La UIL ha incontrato il CDA di Molise Acque

“La UIL ha incontrato stamane il CDA di Molise Acque, chiedendo di proseguire nel confronto avviato e riaprire il tavolo per la definizione di un accordo con che possa dare ai lavoratori l’opportunità di continuare a prestare servizio presso l’Azienda attraverso una nuova contrattualizzazione e per giungere alla definitiva stabilizzazione,  mediante la valorizzazione dell’anzianità di servizio. Ad oggi, infatti, occorre uscire urgentemente dal “limbo” nel quale attualmente è confinata tutta la vicenda, arenata già da troppo tempo.

Quanto sta accadendo in queste ore, con la disperazione di tantissimi lavoratori, va affrontato immediatamente con senso di responsabilità da parte di tutti.

Purtroppo ci rammarica sottolineare che nelle ultime ore sia circolata una nota stampa, mai concordata dalla Uil e ripresa anche da rappresentanti delle istituzioni, che ci ha visti coinvolti. A riguardo, dichiariamo la nostra totale estraneità ad essa e ribadiamo che  non ci appartiene né la nota né il suo contenuto.

 La posizione della UIL resta coerentemente la medesima, ribadita nel corso delle tante riunioni e che punta alla definizione di un accordo che preveda tempi certi per giungere alla trasformazione del contratto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, stante la disponibilità finanziaria ormai storicizzata, utile in prospettiva.

 Bisogna attivare subito le necessarie procedure per raggiungere l’obiettivo comune di lavoratori e Azienda a garanzia dei servizi di pubblica utilità e la valorizzazione dei lavoratori.

 Questa è la posizione della Uil, che vede nel dialogo avviato – e da ripristinare – la strada migliore che il Sindacato deve seguire per giungere a una soluzione definitiva, che salvaguardi l’occupazione di tutti quei lavoratori che non devono essere lasciati a casa neppure per un giorno.”

 

Ovunque ci si confronta, magari anche si programma in Molise ci si balocca

“Il momento, certo, è complicato, fra virus ed emergenza sanitaria, fra sospensione delle attività e difficile ripartenza in sicurezza. Ma qualche segnale positivo c’è. Ad esempio, si discute e ci si confronta. In Europa, dove fra governi e organi sovranazionali si tenta la carta del sostegno finanziario con strumenti innovativi, poi vedremo chi e come li userà.

A Roma, negli Stati generali nella cornice di Villa Pamphili, dove il governo incontra sindacati e banchieri, imprenditori e rappresentanze sociali, regioni e comuni assieme a leader europei ed esperti, economisti e pensatori. Non è ben chiaro che cosa ne verrà fuori, ma già il fatto di dare voce alle diverse sensibilità, alle differenziate esperienze, alle impostazioni politiche più disparate, … è un fatto e un fatto concreto di chi, davanti alle difficoltà, non punta sulla disperazione e la paura, me sulle idee e sui progetti concreti, sull’impegno individuale e sul percorso collettivo.”

Così la vede Tecla Boccardo, leader sindacale nostrana, che sintetizza: “Bisogna ridisegnare il Paese con un Patto che coinvolga tutti: serve un nuovo modello complessivo. Con alcune chiare priorità. Serve, innanzitutto, una grande riforma fiscale; bisogna regolare la digitalizzazione e ridisegnare anche l’organizzazione del lavoro, dando adeguate opportunità sia ai giovani sia agli anziani; le infrastrutture e l’ambiente devono essere il volano della crescita e, in questo quadro, bisogna velocizzare l’utilizzo delle risorse e la capacità di attrarre investimenti. Se usciremo meglio o peggio dalla crisi dipenderà solo da noi.”

 Uscire dalla crisi, una parola! Almeno per quanto sta accadendo in Molise, secondo la sindacalista. “Ci sono risorse finanziarie importanti, ma pare noi non si sia in grado di spendere. Altre ne potrebbero arrivare a breve, se solo sapessimo chiederle nel modo giusto e a chi ne dispone. Discutiamo da mesi di strutture sanitarie COVID dedicate, di aperture/riaperture/semichiusure di strutture ospedaliere, di piani di rientro, di risparmi e risanamento, ma la nostra malandata sanità fa acqua da tutte le parti.

Industrie in crisi e che tirano avanti con cassa integrazione, altre chiuse da tempo e con gli ammortizzatori sociali che fra poco finiscono (è il caso della Gam: anche oggi i lavoratori sotto la Regione, a chiedere il progetto di ripartenza dell’avicolo, pronti a fare anche qualcosa per l’avvio di un sistema di cooperazione. Silenzio di tomba, anzi di Toma).

Stagione turistica alle porte, con quante incertezze, con quante velleità spazzate via dal virus o dalla inconcludenza di progetti troppo alti. Nel frattempo, chiudono negozi e servizi, di gru dell’edilizia in giro non se ne vedono, viabilità e trasporti ma che ne parliamo a fare, l’agricoltura fa la sua parte più portata dall’andamento generale che per capacità di programmazione e di rilancio del settore primario. Nel pubblico impiego, legioni di precari cui è stata promessa una qualche stabilizzazione, e dipendenti di ospedali e comuni stressati da turni di lavoro impossibili e mal ripagati.”

“Insomma – insiste Boccardo – il solito Molise, con un po’ di povertà in più (e benedetti i nostri pensionati che sostengono figli e nipoti, pur con le più basse pensioni d’Italia), la mancanza di progetti, l’assenza di un pensiero forte che renda protagonista ognuno del benessere di tutti, che faccia partecipare gli industriali e i sindacalisti, i lavoratori autonomi e l’ampio universo del volontariato, alla rinascita cui da tempo il Molise aspira.”

 “Perché, qui, chi potrebbe, chi dovrebbe far qualcosa, non si avvede nemmeno dei problemi, non percepisce che siamo sull’orlo del baratro, che la disperazione, giorno dopo giorno, sta prendendo il posto della dignità delle persone, dei lavoratori sfruttati, dei disoccupati sfiduciati, dei ragazzi… no, di quelli non ce ne sono più, tutti scappati altrove.” L’ennesima denuncia.

Con alcune domande retoriche: “Ma davvero qualcuno ha capito la scelta del nuovo assessore al lavoro (ottimo professionista, brava persona a cui vanno i nostri più sentiti auguri, ma quale sarà il progetto che ha in testa? Speriamo presto in un confronto)? Ma qualcuno è davvero intimorito dalle battute da social del presidente (“tanto vale dimettersi”) o preoccupato del suo seggio senatoriale come premio di consolazione? E, questa volta, le opposizioni, di un tipo o dell’altro, vogliono sobbarcarsi la fatica di parlare chiaro alla popolazione e mettere giù un progetto che tale sia, al di là di mozioni di sfiducia che lasciano il tempo che trovano?”.

“Impariamo anche in Molise a confrontarci e programmare. Lasciamo perdere i balocchi. Prendiamoci seriamente responsabilità e impegni realizzabili (magari da rispettare)”

Ripresa economica, Boccardo: “Le parti sociali devono esser protagoniste nella fase progettuale”

“E’ ormai da tempo che la UIL chiede di avviare un confronto per condividere e convergere le parti sociali economiche politiche ed istituzionali  per la  creazione di un patto per il rilancio economico del Molise. Se non ora quando passare dal farò al fare? Non si può continuare a sperare nel futuro senza programmarlo ora. La crisi economica, purtroppo, rischia di essere ancor peggio di quella sanitaria e siamo ancora in attesa di conoscere come la politica regionale pensa di rilanciare il territorio, su quali asset di sviluppo intende spendere le tante risorse che possono arrivare anche in Molise:  serve una vera programmazione, servono idee chiare e progetti utili e realizzabili. Non servono elemosine o soldi da distribuire a pioggia, ma un vero cambio di passo. I sussidi non possono diventare una politica economica di base, perché a un certo punto non sono erogabili per esaurimento dei fondi e… che succederà in quel momento?

Questo l’interrogativo della Segretaria generale della UIL Molise, Tecla Boccardo.

“Così come si trova il tempo per incontrare i leader politici, con cui si tratta un posto in giunta, riteniamo si possa fare lo stesso per discutere di un piano strategico che guardi al futuro del Molise con chi da tempo prova a parlarne, ma  senza esito.

Immaginiamo gli impegni quotidiani del Governatore, ma restiamo fermi sull’idea che senza una condivisione con chi rappresenta lavoratori e aziende non si possono impostare misure efficaci per un vero rilancio”.

 “Assistiamo alla pubblicazione di bandi, sicuramente utili nel contenuto, (nonostante una procedura in cui vince la velocità di un click e non il merito della proposta) ma che restano operazioni spot e che speriamo siano almeno rapide riguardo l’erogazione dei fondi.

Tuttavia, non possiamo farci trovare impreparati rispetto all’impiego delle tante risorse europee che arriveranno, ma solo se ci saranno piani adeguati di investimento. La crisi sta mordendo la carne viva del Molise!

Centinaia di attività non ce la faranno a ripartire se non opportunamente protette, molte già non riapriranno più. Dove si è potuto, si è intervenuto con gli ammortizzatori sociali, seppur con una lentezza disonorevole nell’erogazione delle somme. Mentre combattiamo la povertà che avanza, dobbiamo produrre ricchezza, servono investimenti , cioè cantieri pubblici e privati: serve il Lavoro.

Adesso c’è da occuparsi del tessuto economico, nella sua interezza. Dal piccolo artigiano alla grande azienda turistica che non vedrà la luce se non sostenuta”.

 Sottolinea Boccardo: “Non è una nostra idea isolata: lanciammo settimane fa questo allarme come sindacati davanti la sede della Giunta regionale, a cui fece eco il mondo del commercio, dell’artigianato. E proprio un paio di giorni fa, anche i vertici regionali di Confindustria hanno sollecitato la medesima cosa: un confronto urgente con rappresentanti di lavoratori e imprese per elaborare una strategia condivisa per la ripartenza.

Siamo pronti a dare il nostro contributo sull’utilizzo delle risorse, ma c’è l’urgenza di programmarne la spesa con qualità. Siano esse europee, statali e/o regionali.

Non è più tempo di viaggi in solitaria e di decisioni calate dall’alto. Conosciamo le esigenze del territorio, avendone ulteriormente tastato fragilità e debolezza in queste settimane”.

 “Da oggi, serve un vero cambio di passo, una strategia condivisa per investimenti in innovazione e sostenibilità ambientale, in infrastrutture e opere realmente strategiche per farci uscire dall’isolamento e a ridurre le diseguaglianze sociali, attraverso politiche economiche, sociali e fiscali di grande impatto”.

 Conclude la sindacalista: “Non possiamo più attendere i classici tempi della politica: il mondo economico e produttivo pretende ascolto,  pianificazione e soluzioni.”