Boccardo: “Le valutazioni dell UIL sui quattro bandi per far ripartire il Molise”
“La preoccupazione della UIL non è solo che l’attuazione del PRRI possa correre a due diverse velocità (misure per il finanziamento alle imprese che vanno velocemente e lentezza, invece, per quelle che rispondono ai bisogni dei lavoratori), come avevamo paventato alla riunione del 19 maggio, ma che qui si sia in presenza del rischio dei due pesi e due misure: tanti aiuti alle imprese per investimenti in macchinari e tecnologie (dispongono di 14 milioni), molto poco per l’occupazione degli over 30 (ci sono 1,6 milioni, anche questi di fatto soldi destinati alle aziende come rimborso degli oneri da retribuzione), ancora meno, solo un milione, per l’auto imprenditorialità nell’area di crisi e un altro milione per l’autoimprenditorialità in tutta la regione. Abbiamo evidenziato, nel corso della riunione, l’evidente sbilanciamento: milioni agli imprenditori, perché possano migliorare la loro azienda senza per forza avere un incremento occupazionale, le briciole per mettere in attività per sei mesi al massimo 444 persone, un paio di milioni perché ci siano 80 nuovi autoimprenditori!” Questo l’aspetto di fondo denunciato da Tecla Boccardo, leader della UIL molisana, a margine dell’incontro delle parti sociali con la Regione, realizzato nel pomeriggio, dove sono stati esaminati i primi quattro bandi. Boccardo incalza: “Queste cifre sono rigide perché già fissate nella programmazione o sono incrementabili? In ogni bando c’è la riserva della Regione ad incrementare la dotazione finanziaria in presenza di risorse rinvenienti da ulteriori disponibilità: qualora individuate, che vengano destinate prevalentemente alla promozione del lavoro degli over 30, invece che finanziamenti alle imprese per investimenti in macchinari senza un corrispondente aumento del numero di posti di lavoro. L’abbiamo sempre detto: il lavoro al centro!”
“Avanziamo in questa sede una serie di proposte migliorative dei quattro bandi che ci sono stati sottoposti in anticipo (vedete che la questione del metodo nei rapporti sta sortendo qualche miglioramento?). Chiediamo di mettere in campo una valutazione che preveda quanti occupati in più derivano dalla attività di riorganizzazione aziendale e dalla adozione di innovazioni di processo o di prodotto: diamo soldi alle aziende che investono soprattutto se creano occupazione! Siamo d’accordo nell’aiutare le aziende negli investimenti purché questi si fermino e siano destinati alle sole realtà produttive ubicate nella nostra regione. Auspichiamo un intervento a sostegno degli investimenti anche a coloro che realizzano consulenze o servizi innovativi. Sarebbe meglio prevedere da subito un limite minimo e un limite massimo per ogni progetto ammissibile. Sollecitiamo un grande impegno nell’azione di monitoraggio: ispezioni e controlli per evitare eventuali abusi.” Così sintetizza Boccardo le proposte, ben più argomentate, portate al tavolo del confronto con il partenariato.
A proposito del secondo bando: “Noi crediamo nei tirocini incentivati se sono un modo per facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro e non un escamotage per fornire alle imprese manodopera “ballerina” quasi gratuita che di fatto crea un circolo vizioso negativo, e una, peraltro scarsa e breve, elargizione a favore dei cittadini più giovani. Come sindacato, poi, siamo preoccupati e insoddisfatti del basso indice di trasformazione, dei tirocini in rapporti di lavoro. Vogliamo evitare che la medesima azienda che ha già utilizzato tirocini negli anni scorsi, senza poi trasformarli in rapporti di lavoro stabili, ripresenti domanda oggi per sostituire manodopera piuttosto che stabilizzarla. E per ciò che attiene le azioni relative e previste, perché mai queste non possono esser svolte dai Centri per l’impiego?”
“Certo la soluzione alla mancanza di lavoro non può essere solo l’autoimprenditorialità, ma è giusto puntarci, anche se i soldi a disposizione sono pochi e i nuovi imprenditori “aiutati” non potranno essere più di ottanta.” Così fa osservare Boccardo, che nel merito degli altri due bandi ha proposto una quota riservata alla autoimprenditorialità femminile “dal momento che le donne sono uno dei soggetti deboli di questo territorio e molte di loro potrebbero rimettersi in gioco puntando sulla loro inesauribili energia (oltre che per un altro elemento positivo: l’imprenditorialità femminile è di fatto un moltiplicatore di posti di lavoro, ad esempio nei servizi alla famiglia).”
La UIL ha proposto inoltre che, al fine di supportare i proponenti a predisporre il proprio progetto di auto impiego, “la regione metta a disposizione un servizio di orientamento ed accompagnamento alla progettazione. I Centri per l’impiego devono essere il luogo deputato all’approfondimento della misura, svolgendo azione di raccordo nel mercato del lavoro. Si fa così in altre regioni, si può fare anche da noi. I Centri per l’impiego potrebbero occuparsi dello screening dei profili professionali e delle competenze dei potenziali beneficiari dell’intervento e realizzare incontri collettivi di formazione nonché colloqui personalizzati garantendo consulenza specialistica già nella stesura del progetto.”
“E’ questo, conclude Boccardo il momento di accelerare e dare concretezza all’iniziativa dell’area di crisi e per l’utilizzo dei fondi a disposizione. Per un Molise che, vuole, deve e può ripartire.”
4° Rapporto UIL su Cassa integrazione: Loy “Rivedere le norme” Boccardo: “In Molise calo delle ore, adesso accelerare la ripresa”
E stato diffuso venerdì dal Centro studi UIL il rapporto sull’utilizzo della cassa integrazione in Italia, sulla base dei dati forniti dall’Inps.
L’ultimo, il quarto, presenta una serie di dati che dal punto di vista economico apre a una serie di ragionamenti che il Segretario Confederale, Guglielmo Loy così sintetizza: “Nel mese di aprile sono state autorizzate 23,9 milioni di ore di cassa integrazione, in forte flessione rispetto allo stesso mese dell’anno scorso (-58,1%) e con un calo del 38,9% su marzo. Dato che interessa le tre gestioni (cigo, cigs e deroga) e le tre macro aree in cui dividiamo il Paese. La gestione straordinaria è, in valori assoluti, lo strumento che assorbe il maggior numero di ore autorizzate (14,5 milioni). Complessivamente, nel mese di aprile, la cassa integrazione ha “salvato” circa 141 mila posti di lavoro. Va sempre considerato che dai “numeri”, che mensilmente diffonde l’Inps, restano ancora totalmente assenti i dati relativi al FIS (Fondo di integrazione salariale) che dovrebbe proteggere i lavoratori di imprese, prevalentemente piccole e piccolissime, che non sono tutelati da altri strumenti.
In controtendenza, rispetto alla flessione di cassa integrazione, la crescita delle domande di Naspi che deve spingerci, essendo questo uno strumento che protegge chi il lavoro lo ha perso, a fare una riflessione sul tema se il venir meno di alcuni istituti di politica passiva (indennità di mobilità) e le restrizioni su altri (cassa integrazione), apportate dalla riforma del lavoro, concorrano, insieme alla insufficiente crescita, a tale aumento.
Monitorare e valutare gli effetti delle riforme – conclude Guglielmo Loy – è necessario per comprendere “se” e “dove” intervenire per prevenire impatti negativi sul mercato del lavoro. Fino a considerare se e come rivedere le norme sulla cassa integrazione in senso meno restrittivo per evitare di veder crescere il numero dei disoccupati.”
In Molise, specifica la segretaria UIL, Tecla Boccardo, riscontriamo una forte flessione dell’utilizzo della cassa integrazione che dalle oltre 29 mila ore di marzo, passa a meno di 7 mila di aprile, registrando un calo del 76,4%. Se entriamo, poi, nei numeri delle due province, quella di Campobasso ha praticamente azzerato da marzo ad aprile le proprie richieste, al contrario di Isernia che comunque ne ha usufruito con continuità.
Sempre stando ai dati, possiamo ipotizzare che grazie alla cassa integrazione ordinaria, l’unica richiesta, circa 40 persone non hanno perso il loro posto di lavoro.
Questo sta a significare che per quanto i vari settori produttivi diminuiscano il loro accesso alla cassa, comunque registriamo ancora delle forti necessità di sostegno nei nostri territori.
E proprio rispetto a questa circostanza bisogna individuare a livello nazionale un metodo che permetta l’accesso agli ammortizzatori sociali fin quando non diventino operative in Molise le iniziative imprenditoriali più significative, facendo si che si incastri la fine delle misure di sostegno al reddito con la ripresa produttiva.
L’auspicio è che nella riunione di mercoledì del Partenariato, nella quale discuteremo i bandi per l’accesso alle agevolazioni per l’Area di crisi e in cui metteremo sul tavolo le nostre osservazioni e i nostri suggerimenti, stabiliremo definitivamente i vari step da seguire, ufficializzando magari il cronoprogramma e avviando quel processo di ripresa che davvero rimetterebbe in moto il Molise.”
FENEAL-UIL, FILCA-CISL, FILLEA-CGIL: “Giovedì anche i lavoratori edili molisani manifestano a Roma”
“Ancora una volta dal Molise a via Molise, a Roma. Questa volta sono i lavoratori dell’edilizia a protestare e manifestare, giovedì 25, sotto il Ministero dello Sviluppo Economico, che ha sede proprio in via Molise nella capitale.”Questo evidenziano i leader dei Sindacati dell’edilizia del nostro territorio.
I lavoratori dell’edilizia -organizzati da FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil – sono nelle piazze di tutta Italia per rivendicare il diritto ad accedere realmente alla pensione dopo anni passati sulle impalcature, per la sicurezza, per il lavoro e per il rinnovo dei contratti, per una seria lotta al lavoro nero.
C’è anzitutto una questione previdenziale. “L’APE Agevolata ha rappresentato un passo avanti positivo nella vertenza intrapresa dal sindacato sul versate pensionistico ma, per come oggi è concepita la normativa, rischiano di essere pochissimi gli operai edili over 60 che potranno accedere all’APE Agevolata, in quanto 36 anni di contributi di cui gli ultimi 6 continuativi sono requisiti eccessivi per chi,strutturalmente, lavora con discontinuità. Mandare in pensione operai edili over60 non è quindi solo un atto di giustizia, per evitare anche i tanti incidenti tragici che colpiscono in particolare gli operai più anziani, ma– evidenzia Silvio Amicucci della Fillea Cgil Abruzzo e Molise –anche un modo per favorire le assunzioni di migliaia di giovani tecnici preparati ad affrontare le sfide di un’edilizia sempre più di qualità. Ma perché questa riforma trovi la giusta applicazione per tutti i lavoratori edili, bisogna impedire la fuga dal CCNL edile verso contratti economicamente più convenienti, che oltre a ridurre il salario dei lavoratori impediscono di fatto la corretta individuazione dei lavoratori che hanno diritto all’accesso all’APE agevolata.”
A questa vicenda previdenziale è strettamente connesso il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. “Dai cantieri autostradali a chi cade dalle impalcature, a chi rimane folgorato, con la crisi il sistema ha tagliato prima di tutto sulla sicurezza. Troppe aziende non investono più su un’organizzazione efficiente dei cantieri, troppi committenti, pubblici e privati, sottovalutano l’importanza del tema. L’assegnazione degli appalti con la regola del massimo ribasso non fa altro che aumentare i rischi per la salute dei lavoratori, in questo senso il nuovo codice degli appalti ha perso un’occasione per ridurre la possibilità di assegnare gli appalti con questo sistema. Da tempo il Sindacato– ricorda Massimiliano Rapone della Filca Cisl Abruzzo e Molise – chiede di introdurre la patente a punti, di rafforzare i sistemi ispettivi, di modificare il DM 2013 sulla sicurezza nei cantieri mobili. Feneal, Filca e Fillea chiedono al Governo scelte forti, non un mero cordoglio di circostanza.”
Occorrono poi seri investimenti nell’edilizia. “Il sistema infrastrutturale del Paese è al collasso in molte sue parti. Servono politiche straordinarie di manutenzione di tutte le principali infrastrutture e servono nuove opere pubbliche moderne ed efficienti colmando il divario tra aree interne e città, tra Nord e Sud del Paese. Si deve rafforzare la politica della riqualificazione energetica e anti sismica, rendendo cedibili alle banche i crediti dei cittadini che riqualificano i condomini. Occorre spendere presto e bene le risorse stanziate per il recupero e la riqualificazione urbana, per il rilancio dell’edilizia pubblica, per la messa in sicurezza del territorio. Abbiamo bisogno– sottolinea Roberto D’Aloia della Feneal Uil molisana – che gli stanziamenti previsti dal governo centrale e da quelli locali, si trasformino immediatamente in cantieri, con la consapevolezza che se non riparte l’edilizia non potrà ripartire il Paese.”
Il Sindacato spinge anche per la chiusura dei tavoli di confronto aperti con le controparti. “Il rinnovo dei Contratti nel settore edile vuol dire dare più salario per far ripartire l’economia ed i consumi,vuol dire scommettere sulla qualità delle imprese, sul contrasto al lavoro nero e all’evasione, il rafforzamento della previdenza e della sanità integrativa e dei fondi per l’aiuto al pensionamento anticipato, sul rafforzamento della bilateralità a tutela dei lavoratori e delle aziende più serie. Il Sindacato chiede a tutte le sue controparti di fare un salto di qualità, di accettare fino in fondo la sfida della qualità, della valorizzazione dell’occupazione stabile, del riconoscimento delle professionalità vecchie e nuove.”
I pullman sono stati organizzati unitariamente dai Sindacati degli edili anche in Molise, la partenza è fissata alle prime ore del giorno. Saranno moltissimi i lavoratori dell’edilizia, anche dai nostri territori, che daranno forza all’iniziativa sindacale ed alle proposte, come si vede molto concrete e percorribili. Vanno a Roma a rivendicare un lavoro buono e stabile, sicuro e ben retribuito, aperto anche ai giovani con i più anziani che, giustamente, passano la mano. I lavoratori edili porteranno con sé anche la voglia di riscatto e tutto l’impegno a dare una prospettiva di ripresa a questo settore economico ormai da anni in grande crisi anche in Molise.
Guarracino, UIL Molise: “Il 19 ci vediamo, ma deve essere un confronto vero”
Si vede proprio che per il Presidente della Regione il 19 è un numero magico! L’ultimo incontro con il partenariato sull’Area di crisi il 19 aprile, e ora l’annuncio di un nuovo incontro per il prossimo venerdì 19 maggio. Senza nulla in mezzo. Una cadenza mensile, neanche fosse la pigione da pagare o una scadenza fissa a cui non potersi sottrarre.” Questa l’ironica e tempestiva reazione della Uil Molise alla piccata e nervosa risposta di Frattura, a mezzo facebook, alla lunga lettera con cui le Organizzazioni Sindacali, unitariamente, richiamano lui e l’intera giunta ad un maggior impegno e ad un costante confronto sull’Area di Crisi.
“Per il Sindacato è indispensabile, su una partita così delicata e strategica per la ripresa economica, occupazionale e sociale di questa porzione del territorio, che il confronto sia costante e la consultazione non formale.” Pasquale Guarracino, componente della Segreteria della Uil molisana, precisa: “Parteciperemo sicuramente all’incontro annunciato per venerdì, purché: i documenti posti alla base del confronto arrivino al più presto (il PRRI, l’Accordo di programma, la delibera di giunta, i risultati della profilazione degli occupabili, …) per poter essere visionati e valutati preventivamente dalle parti: basta incontri che sono solo un generico scambio di vedute ; la riunione si tenga con un ampio margine di tempo per la discussione: basta riunioni alle sette di sera con tutti che devono scappare; con l’occasione venga reso esplicito l’impegno della Regione a cercare una soluzione al problema degli ammortizzatori sociali che scadono senza che la nuova occupazione riparta: non possiamo lasciare nell’angoscia centinaia di lavoratori molisani.”
Alla locale Uil non piace per nulla “lo splendido isolamento in cui la giunta sta lavorando, con poco coinvolgimento dello stesso Consiglio regionale, con quasi nulla che trapela sulla stampa, con carte promesse che non arrivano mai, con una scarsa informazione dei sindaci e delle comunità locali, con il Sindacato percepito sempre come un freno, pronto com’è ad accusare, a contestare, a minacciare. Questo era ed è al centro della lettera scritta con Cgil e Cisl con cui abbiamo presentato contestazioni di metodo e proposte di merito e rappresentato, riteniamo efficacemente, la preoccupazione dei molisani.”
“Lettera che – sottolinea con una certa soddisfazione Guarracino – un qualche esito l’ha sortito: venerdì ci si vede. Finalmente e per un vero confronto.”
La UIL Molise ha una nuova sede a Isernia
Si tratta di una struttura moderna che abbiamo preso in affitto, in uno stabile nuovo, nelle immediate vicinanze dal centro commerciale “In Piazza” con sufficienti spazi di parcheggio.
Qui trovano spazi adeguati i nostri principali servizi e le nostre categorie in modo da poter svolgere al meglio le proprie attività.
Proprio il territorio è stato al centro delle nostre attenzioni, Isernia è il cuore dell’Area di Crisi complessa, riconosciuta grazie ad una grande azione del sindacato, riconosciuta a livello ministeriale e su cui sono concentrati investimenti e destinazione di risorse per la ripresa economica specie nei settori agroalimentare, tessile e auto; sarà una sede sindacale aperta alle organizzazioni del volontariato o ai cittadini che vogliono organizzarsi portando stimoli all’iniziativa sindacale e vitalità al dibattito culturale e sociale locale.
Lo sforzo che facciamo, dal punto di vista organizzativo per orientare qui tutti i nostri iscritti e gli utilizzatori dei servizi, l’impegno economico che abbiamo assunto, la stessa scelta di come utilizzare al meglio gli spazi e gli strumenti sono stati un percorso in comune fra tutti i dirigenti, i militanti, le articolazioni della nostra UIL.
L’inaugurazione la terremo MERCOLEDI’ 10 MAGGIO, ALLE ORE 10:30, a Isernia in Viale dei Pentri 173/A; con la presenza del Tesoriere nazionale Benedetto Attili.
Vi aspettiamo tutti!
Boccardo, UIL: “Area di Crisi, qualcosa si muove ma occorre accelerare!”
“Con la predisposizione del PRRI, finalmente qualcosa si muove per l’Area di crisi complessa Venafro‐Campochiaro‐Bojano. Ma è necessario accelerare al massimo: i lavoratori restati senza occupazione e senza più ammortizzatori sociali non possono più attendere i tempi delle procedure e della burocrazia regionale o romana. E nemmeno possono essere tenuti appesi gli imprenditori che hanno interesse ad operare in questa area della nostra Regione.” Questa la sollecitazione forte da parte di Tecla Boccardo che questo pomeriggio ha partecipato ad un incontro, con le altre Parti Sociali ed i Sindaci direttamente interessati, alla presentazione del “Progetto di riconversione e riqualificazione industriale dell’area di crisi industriale complessa di aree dell’indotto” predisposto da Ministero dello Sviluppo Economico (“MiSE”), Regione Molise e Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A. (“Invitalia”).
Questo essenziale documento serve per meglio definire i fabbisogni di sviluppo dell’area e, quindi, la gamma dei relativi strumenti agevolativi da attivare. Proprio in previsione di questo atto, furono raccolte in via preliminare le manifestazioni di interesse ad investire da parte di imprese italiane o estere (la cosiddetta “call” a cui risposero centinaia di soggetti).
“Il PRRI deve partire dai fabbisogni e dalle potenzialità del territorio, con chiari obiettivi quali: il rafforzamento del tessuto produttivo esistente, il potenziamento produttivo anche della logistica connessa alle attività, il ricollocamento lavorativo e l’occupabilità. Leggeremo ora nel documento come sono state valutate le potenzialità del territorio, quanto viene destinato alle agevolazioni per incentivare gli investimenti produttivi, quanto alla ricerca e all’innovazione. E sapremo finalmente su quanto si può fare conto per attivare le politiche attive del lavoro, già individuate e condivise con il Sindacato.”
“Secondo noi – evidenzia la Segretaria generale della UIL molisana – non solo occorre al più presto mettere a disposizione le aree fisiche di intervento (aree da recuperare, aree immediatamente edificabili, manufatti disponibili, …), programmare il miglioramento delle infrastrutture di collegamento con porti, aeroporti, ferrovie, ma anche offrire adeguati strumenti di accesso al credito. Bene, da questo punto di vista, che le banche operanti nell’area di crisi siano state contattate e coinvolte affinché esse applichino alle imprese fruitrici delle agevolazioni le migliori condizioni creditizie possibili. Un ruolo importante potrà essere svolto da FinMolise”
Ed ecco un’altra proposta concreta della UIL Molise:“Le finalità di ripresa vanno perseguite tramite l’attivazione di strumentazione agevolativa nazionale e regionale orientata a promuovere programmi di investimento produttivo (creazione di nuova unità produttiva, ampliamento/riqualificazione/diversificazione di unità produttiva esistente), programmi di investimento per la tutela ambientale, progetti di innovazione dei processi della organizzazione, progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale. Ma è dall’innovazione e dalla ricerca che passa la ripresa economica e occupazionale: vogliamo qui realizzare l’industria 4.0 per produrre non solo caciotte o polli o tessuti, ma anche computer, informatica avanzata, domotica, utilizzando reti informatiche avanzate. Da noi ci sono molti soggetti che fanno ricerca, dall’Università ai Centri che si occupano di statistica, dai punti privati di ricerca e di sperimentazione ai centri studi pubblici. Mettiamoli in rete, impegniamoli in un progetto coordinato di accompagnamento e di supporto delle aziende che impianteranno le proprie strutture produttive in questa area.”
Boccardo, UIL: “sulla sanità occorre una nuova politica di ascolto”
Alla vigilia della mobilitazione europea in difesa della sanità pubblica, la UIL Molise ritiene che: “il malato terminale”, perché tale è la sanità molisana, può essere salvato solo con una decisa terapia e i medicinali adatti!”. Questa la battuta della Segretaria generale, Tecla Boccardo.
Il nostro sistema sanitario ha necessità di un recupero funzionale e di efficienza che garantisca la sostenibilità futura affrontando i problemi strutturali.
La UIL ribadisce che il problema della sostenibilità del servizio sanitario non è l’assistenza e la cura ai malati, soggetta a continui tagli, bensì l’ingovernabilità del sistema e l’inadeguato coordinamento tra i vari livelli assistenziali, nonostante la “messa a punto” del nuovo POS, e soprattutto la mancata attuazione di un SISTEMA a rete UNICO integrato, a riferimento regionale, che tenga insieme pubblico, privato accreditato, socio sanitario e la medicina sul territorio, attraverso una nuova metodologia di approccio costruita su modelli di cooperazione – integrazione -condivisione tra soggetto erogatori dei servizi e le istituzioni. Un SISTEMA che potrebbe essere realizzato attraverso l’istituzione del Dipartimento Interaziendale per assumere, congiuntamente, la “responsabilità di azioni”, con una forte proposta al centro: “il potenziamento della medicina sul territorio quale elemento chiave per accrescere l’offerta di salute ed integrare la Sanità con le politiche sociali”.
E’ da tempo che sosteniamo quanto anche la Ministro Lorenzin ha contestato al Molise: il mancato rispetto dei LEA che è da ricercare, prioritariamente, nell’inefficienza del sistema nella risposta sul territorio e non si giustifica con la mera carenza di personale. E’ pur vero che tale problema, seppur secondario in tale contesto, va comunque affrontato attraverso un’ottimale allocazione di quello in servizio ed una programmazione occupazionale. Anche su questo punto è da tempo che chiediamo l’apertura, un serio confronto con le organizzazioni sindacali sul fabbisogno del personale e sull’utilizzo dello stesso.
I problemi strutturali da affrontare sono, per esempio, le persistenti diseguaglianze di salute tra i vari territori e la disomogenea distribuzione di strutture e servizi in un Molise che, oltretutto, è caratterizzato da forti difficoltà di mobilità e da una intensa dispersione abitativa della popolazione. “Anche su questo fronte occorre agire – sostiene sempre Boccardo – perché l’obiettivo è rendere, in qualsiasi angolo della nostra terra molisana, esigibile e fruibile da tutti i nostri cittadini (e non solo) il diritto alla tutela della salute, attraverso appropriate risposte agli effettivi “bisogni di salute” determinati da un’analisi preventiva dei dati.
Occorre poi ragionare, altresì, sui dati della mobilità passiva. Da uno studio della UIL emerge che, paradossalmente, in Molise non c’è un incremento della mobilità passiva perché ampie fasce della popolazione, con redditi sempre più bassi, rinunciano a curarsi perché non hanno le condizioni per curarsi fuori Regione! Un dato allarmante e di forte impatto sociale che deve far riflettere.
“Certo, riconosce la UIL, il diritto alla salute in Molise è stato fortemente penalizzato dal cosiddetto decreto Balduzzi. Di ciò il governo regionale e nazionale se ne devono assumere la piena responsabilità politica e morale per aver di fatto limitato il diritto di tutela della salute del popolo molisano!”
La UIL più volte ha presentato proposte di intervento in tema di salute e di miglioramento dell’offerta sanitaria e “riorganizzazione”, intesa anche come obiettivo di riduzione delle inappropriatezze, del ricorso a prestazioni diagnostiche eccessive e del ricovero ospedaliero. Ridurre gli sprechi intervenendo, ad esempio, anche sul consumo di farmaci mettendo maggiore attenzione alle giacenze dei farmaci in magazzino o in ospedale (non un costo ma un ricavo per l’anno successivo).”
Insomma, per la UIL occorre un cambio di impostazione: “Ben oltre ed altro di quanto finora è stato fatto e messo in campo in Molise per raggiungere la sostenibilità economica del sistema nel tempo. Il sistema tornerà davvero in equilibrio se si cambierà il metodo: partire dall’analisi dei bisogni reali della popolazione e collocarli al centro delle scelte, piuttosto che partire dai soldi che si hanno per soddisfare i bisogni. Un pareggio di bilancio ottenuto con i soli tagli economici sarà sì saturato in superficie, ma consentirà sempre alla “ferita” di aprirsi con puntuale tempismo ad ogni ciclo contabile!
“In questi giorni vedo fiorire prese di posizione e proposte: parlamentari nazionali che si riposizionano, comitati che si mobilitano, politici locali che suggeriscono o contrastano, amministratori che magnificano un qualche “illusorio risultato” e ridimensionano le bocciature romane. Forse sarebbe utile fermarsi un poco e inaugurare, anche qui e proprio sul tema della sanità, una nuova politica dell’ascolto. Ritengo – propone Tecla Boccardo – che sarebbe utile organizzare una grande convention molisana, un ampio confronto al capezzale del “malato” cui chiamare tutti coloro che sono gli attori delle politiche della salute o che raccolgono e organizzano modi di sentire diversi. Se in Molise istituzioni o movimenti spontanei, organizzazioni sindacali o amministratori pubblici, imprenditori o gestori della cosa pubblica, cominciano a parlarsi direttamente, confrontano idee e impostazioni, mettono a disposizione comune analisi e proposte praticabili, forse qualcosa di buono ne può venire fuori. Questo il nostro suggerimento!”
Adoc: Test di autovalutazione sul possibile rischio di presenza di un problema legato al gioco d’azzardo patologico
“L’Adoc è in prima linea sul fronte del sostegno ai cittadini vittime del gioco d’azzardo e la presenza dello sportello d’assistenza nella nostra sede territoriale marchigiana ne è la dimostrazione – dichiarano dall’Adoc Molise – sono quasi 1 milione i giocatori patologici italiani adulti, più un 10% circa, stimiamo, di minorenni dipendenti. Fenomeni che vanno assolutamente contrastati, utilizzando anche parte delle rendite del gioco d’azzardo legale. Siamo convinti che parte degli incassi lo Stato debba investirli sia nella cura e nella prevenzione della ludopatia, sia nell’assistenza sociale e nella lotta alla malavita. Riteniamo difatti che contrastare la malavita nel settore dei giochi d’azzardo sia un imperativo. Ogni anno il gioco illegale fattura circa 20 miliardi di euro”.
Cliccando sul sito http://www.adocnazionale.it/test-autovalutazione-gioco-azzardo/ si potrà effettuare il cosiddetto Canadian Problem Gambling Index (CPGI): un semplice test di autovalutazione sul possibile rischio di presenza di un problema legato al gioco d’azzardo patologico.
Questo test, assolutamente anonimo, fornisce l’opportunità di valutare in maniera del tutto autonoma se il modo di giocare può essere definito problematico secondo gli standard scientifici internazionali e stabilirne eventualmente un livello di gravità.