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ZES UNICA, Boccardo: “Territori e parti sociali restino protagonisti”

Dopo la modifica del PNRR, con l’istituzione della ZES unica per il Mezzogiorno le cui funzioni di controllo e gestione sono state accentrate a Roma, la Segretaria generale della UIL Molise, Tecla Boccardo ha dichiarato: “Lo scorso 9 gennaio sono partiti gli incontri tra i Commissari delle 8 Regioni interessate e il Ministro Fitto. Come noto, infatti, le funzioni dei Commissari straordinari saranno trasferite, a decorrere dal 1 marzo 2024 alla Struttura di missione Zes, già istituita a livello nazionale, come previsto dal decreto del Presidente del consiglio dei ministri del 29 dicembre 2023, come dallo stesso Fitto annunciato “nel solco della leale collaborazione”. A riguardo, però, noi riteniamo che tali incontri non possono emarginare totalmente i territori in cui la ZES dovrà produrre i suoi effetti, dimenticando le peculiarità e le finalità della stessa ZES che nasce per creare sviluppo e lavoro in questo territorio. 

 Se davvero la ZES, va considera strumento attraverso il quale costruire una politica industriale moderna ed efficace per il Sud, anche rispetto ad uno sviluppo produttivo e ad una fase di importanti transizioni energetiche ed ambientali del momento, è opportuno coinvolgere nel confronto non solo i commissari ma le Regioni e le parti sociali. Come UIL riteniamo sia necessario un potenziamento concreto delle zone economiche speciali per garantire l’occupazione stabile e la permanenza delle imprese nei territori, prosegue la Segretaria della Uil Molise.

 Questo strumento deve rimanere legato alle strategie territoriali attraverso il coinvolgimento degli stessi territori nei percorsi di sviluppo per il futuro economico e produttivo del Sud, essendo essa un’importante leva di politica industriale per il mezzogiorno il Molise e può rappresentare un forte attrattore per investimenti privati nelle aree retro portuali.

Non coinvolgere le Regioni e le parti sociali non solo depotenzia l’efficacia dello strumento, ma aumenta il rischio di un ritorno al passato con imprenditori prenditori che prendono le risorse e abbandonano i territori, disseminando come già accaduto capannoni industriali vuoti e abbandonati.

 Come UIL siamo convinti che sia necessario e fondamentale procedere alla sottoscrizione di un protocollo nazionale sulle relazioni industriali legato ai territori che si occupi di verificare la qualità degli investimenti privati, che sia in grado di accertare gli impatti occupazionali dei progetti che verranno presentati, che garantisca l’applicazione dei contratti collettivi di lavoro, che vigili sul rispetto delle norme sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, che promuova la contrattazione di secondo livello e che sia in grado di fare da argine agli interessi inaccettabili della criminalità organizzata”, conclude Boccardo.

 

UN ADOLESCENTE DI SESSANT’ANNI

Sessant’anni, l’età della vera e compiuta maturità. Di solito a quel traguardo ci si arriva dopo aver alle spalle tanti e tanti anni di lavoro ma senza ancora essersi messi a riposo, dopo essersi costruiti magari una famiglia o anche no, con una casa acquistata con sacrifici, con una profonda consapevolezza di sé e con la considerazione rispettosa degli altri. Tanti anni dietro di sé, ma anche un ampio scorcio di vita davanti. Da praticare con entusiasmo fra gli affetti ed i sogni, che quelli non si assopiscono mai. Che bella età, questa età.

L’adolescenza, invece, è la vita che si apre ma anche tutte le incertezze e indecisioni, un po’ di capricci e di supponenza, conflitti mal controllati con tutto il resto del mondo. Ci si sente ribollire dentro ma una direzione da prendere, quella si fa fatica a individuarla. E allora ci si perde un po’ nei propri crucci e magari si butta via il tempo che potrebbe essere utilizzato per studiare, per guardare e rapportarsi con il mondo, per far crescere dentro gli ideali su cui poi la vita si disegnerà. Che età difficile, questa età.

Ora, dite voi: la regione Molise, che compie gli anni, vi sembra più un sessantenne o un adolescente?

A questo traguardo ci arriva con ancora tante le sfide da affrontare, tante incertezze, sen

za un vero progetto, realtà complicata e complessa che si cerca di nascondere con le solite, le tante promesse che qualcosa si realizzerà pure negli anni a venire.

La regione Molise si presenta a questo traguardo con l’obbligo di fare un bilancio del percorso compiuto, una sintesi degli obiettivi raggiunti, un bagaglio di cose fatte e di altre solo tentate. Perché solo così si costruisce un programma, vero, per i decenni a venire. Questo andrebbe però disegnato da una politica locale che dovrebbe avere, ora come allora, una visione d’insieme. Che sia in grado di utilizzare in maniera complementare le risorse del PNRR e quelle dei Fondi Europei disponibili, con un piano strategico d’investimento che orienti la spesa e distingua le opere strategiche per lo sviluppo da quelle funzionali alle strategiche. Proprio perché si hanno sessant’anni, ancora una volta la parola d’ordine dovrebbe essere “accelerare”, spendere presto e bene le risorse a disposizione elaborando strategie di crescita per assicurare una “rinascita sostenibile” capace di tradursi in azioni ed interventi effettivi e non più procrastinabili. Servirebbe definire asset strategici per la nostra regione, che sono la “transizione verde”, la “transizione industriale”, la “transizione energetica e digitale”.

In Molise, da sempre ma ancor più lo si coglie oggi, mancano politiche per lo sviluppo, industriali e per il turismo, per l’artigianato e per l’agricoltura, vere politiche energetiche e per la salvaguardia del territorio, sulla sicurezza e per la formazione… senza le quali sarà difficile cogliere le sfide del futuro. Per non dire dell’attenzione che serve per le persone, con una sanità rispettosa dei diritti e con una pubblica amministrazione tutta orientata al benessere ed alla salvaguardia della coesione sociale.

Lo spopolamento e la crescita vicina allo zero rappresentano un dato allarmante per la sopravvivenza del Molise, punti che vanno superati prima dell’attuazione del disegno di legge di autonomia differenziata con target condivisi, stabilendo, proprio partendo dai dati territoriali, nuovi livelli essenziali di prestazioni (LEP) per non restare indietro e ridurre invece i divari nelle condizioni di vita, nei servizi e nelle opportunità offerte alle donne e ai giovani, alle famiglie, all’intera società.

Per il Molise la prima sfida, indispensabile e ineludibile, è proprio il coraggio e la capacità di attuare una vera discontinuità con ciò che sino ad ora è stato fallimentare per la nostra regione. Appunto: un atteggiamento da responsabile sessantenne e non da indeciso adolescente.

Dobbiamo, anche da noi come altrove si fa, rispondere a due necessità, una è l’emergenza, l’altra è la ripartenza con una soluzione originale e specifica sulla quale devono avanzare entrambi i processi.

In una realtà altamente vulnerabile serve un’idea di sviluppo che renda davvero il Molise una regione autorevole sui tavoli nazionali ed europei, ben amministrata a livello regionale e fin nel più piccolo comune, percepita dai suoi abitanti come una entità positiva, che si prende cura e a cui dare fiducia. Basta, allora, alle tante opportunità sprecate, alle tante problematiche irrisolte che ci trasciniamo da anni, dal tema del lavoro che manca alla mai assicurata garanzia della salute, alla mobilità e alla viabilità disastrata, all’istruzione e formazione mai praticata compiutamente.

Nei giorni del compleanno, al di là delle celebrazioni e della retorica, a molti di noi il Molise appare ancora troppo fragile, con la necessità di un ripensamento complessivo e bisognoso di una riprogrammazione rispetto a sessant’anni fa, alla ricerca di strumenti nuovi per poter sopravvivere, stanchi come siamo di essere troppo spesso in fondo alle classifiche.

E siamo agli auguri di inizio anno. Con l’ottimismo che si fa progetto siamo convinti che insieme possiamo invertire la rotta, superando lentezze e paure, dialogando fra soggetti che rappresentano interessi differenziati ma conciliabili, con una politica che si fa servizio e non mero esercizio del potere, con l’orgoglio molisano che tutti ci riconoscono. Con la posatezza e la determinazione dell’età matura e non con l’incertezza dei primi passi, tanto per capirci. Schiena dritta e sguardo all’orizzonte. Ancora pochi giorni di pausa e di festa fra i sentimenti familiari, e poi tutto riparte. E, anche da noi e per tutti noi, la ripartenza ci sarà.

Buon anno, caro e amato Molise.

Tecla Boccardo

L’unico Patto che vogliamo è quello per la crescita! 

Oggi a Bruxelles, insieme alla CES, alla CGIL e a numerosi sindacati europei siamo scesi in piazza per dire NO a un Patto di stabilità che porterebbe l’ennesimo danno a lavoratrici e lavoratori.

Chiediamo invece maggiori investimenti e più attenzione alle categorie deboli che continuano a essere dimenticate nelle scelte e nelle programmazioni delle risorse!

No all’ Europa dell’austerity, Si a un Europa sociale e solidale!

UILCA dice NO alla chiusura delle filiali

Campobasso, 27 novembre 2023 – Appuntamento in Piazza G. Pepe per la tappa molisana della campagna itinerante “Chiusura filiali? No, grazie.”, ideata e promossa dalla UILCA contro il fenomeno della desertificazione bancaria, che ha ricevuto il sostegno del presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci). A supportare l’iniziativa anche l’Unione Province Italiane (Upi) e l’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (Uncem).

In Italia i dati rilevati a riguardo dal Centro Studi Uilca Orietta Guerra sono allarmanti:

  • negli ultimi anni i comuni serviti da banche sono diminuiti del 10,9%;
  • a fine 2022, su 7.901 comuni il 39% non offre l’accesso al servizio bancario;
  • dal 2018 al 2022 gli sportelli bancari sono diminuiti del 17,4% (-4.423 filiali);
  • calo occupazionale nel settore di ben 14.020 posti, pari al 5%.

Nello stesso periodo, in Molise:

  • chiusi 28 sportelli bancari (-25,7%, passando da 109 a 81);
  • persi 59 posti di lavoro (-10%, passando da 592 a 533);
  • i comuni serviti da banche in calo del 38,5%, passando da 39 a 24 (-15);
  • al 2022, il 36,4% degli abitanti (106.483 persone) non ha accesso allo sportello bancario.

A Campobasso:

  • gli sportelli sono diminuiti del 28,7% passando da 87 a 62 (-25);
  • i comuni serviti da banche sono calati del 41,9%, passando da 31 a 18 (-13);
  • i dipendenti sono diminuiti del 6,3%, passando da 476 a 446 (-30).

Per la Segretaria Generale della UIL Molise Tecla BoccardoLa  è l’anticamera dell’abbandono delle aree interne da parte anche di cittadini e imprese, maggiormente sentita proprio in Molise dove ci sono sempre meno sportelli, con il rischio che i problemi per cittadini ed imprese aumentino soprattutto nelle aree interne, prevalentemente abitate da anziani che difficilmente sono in grado di utilizzare le procedure online e vanno messi in condizione di fruire dei servizi bancari sul territorio”.

Per il Segretario Generale UILCA Molise Ermando CioccaVa considerata l’identità del territorio, soprattutto per quanto riguarda il tessuto socio-economico. Il Molise è una terra di forte imprenditoria locale che fa delle proprie eccellenze la prima fonte di prosperità: se non mettiamo al fianco degli imprenditori molisani una struttura bancaria ben capillarizzata, efficiente ed attenta alle loro necessità si colpiscono non solo le aziende in essere ma si va a limitare di molto la nascita di nuove attività. La regione soffre da anni di una fuga costante di giovani che si allontanano a causa delle scarse possibilità lavorative: se si continuano a chiudere gli sportelli bancari non si farà altro che accelerare il fenomeno. Da tutelare è anche la componente meno giovane della popolazione molisana: va garantito il pieno accesso ai servizi bancari tramite uffici che permettano il contatto diretto con i dipendenti, non solo con bancomat ed applicazioni.

E’ un dato di fatto che nelle regioni povere del Sud le banche investono meno e di conseguenza ci siano meno sportelli. Banche sempre più lontane dai cittadini e sempre meno a sostegno delle attività economiche e quindi dell’economia reale e delle aree interne: se è vero che il PNRR deve recuperare il gap costantemente in crescita tra Nord e Sud, la transizione digitale che ne rappresenta uno dei pilastri non può basarsi su ragioni economiche, ma deve rappresentare uno strumento strategico che cammini di pari passo con un altro pilastro – quello dell’inclusione sociale – e qui il ruolo delle scelte programmatiche regionali è fondamentale per sostenere uno sviluppo reale ed armonico. Il Molise deve evitare con ogni mezzo lo spopolamento e l’abbandono delle aziende, sfruttando al meglio le risorse del PNRR in sinergia con i Fondi europei, cofinanziando progetti che vanno verso la direzione della sostenibilità e valorizzazione delle nostre eccellenze, del nostro patrimonio paesaggistico, ambientale e culturale delle aree interne” dichiarano infine Boccardo e Ciocca.

Violenza sulle donne, Varone UIL PO: “Serve cambio di passo”

“Il 25 novembre è la giornata nazionale per l’eliminazione delle violenze sulle donne, ma dopo l’ennesimo femminicidio, 83 in quest’ultimo anno, non possiamo accontentarci di una manifestazione ma serve fare insieme una riflessione su cosa si fa dopo le celebrazioni”. Così Maria Varone del Coordinamento regionale PO della Uil Molise.

 “Oltre al buon senso comune serve di più, ognuno deve farsi carico della responsabilità di creare percorsi per cambiare le cose e questo non passa per la distinzione tra uomini e donne, o peggio per la ricerca di responsabili, ma passa per il rafforzamento di una comunità che è forte se cammina insieme.

Le violenze nel mondo sono tante e diverse, nessuno sceglie dove nascere e in quale stato di diritto e per questo il primo punto è il riconoscimento dei diritti della persona.

Di fronte alle discriminazioni, alle ingiustizie, non esiste la neutralità perché o le accetti o le combatti e ognuno ha la responsabilità di assumere una posizione chiara rispetto ad ogni forma di ingiustizia. La UIL lo fa da tempo contro violenze, ingiustizie e le discriminazioni attraverso i suoi servizi e le sue categorie.

 Resta il dato che è innanzitutto il sistema che non funziona, dal disagio di giovani e donne alle frustrazioni, al loro riscatto economico, alla violenza verbale e non nei luoghi di lavoro o sui social: rispetto a questo serve un cambio culturale e pene più severe.

La mancanza di lavoro, la sua perdita o rinuncia ad esso, la precarietà involontaria delle donne, il part time involontario a cui spesso sono costrette, rappresentano ulteriori forme di violenza economica che colpiscono le donne, ne limitano la libertà, le espongono al ricatto dentro e fuori gli ambienti di lavoro.

 Per contrastare questi fenomeni il nostro primo impegno è nei luoghi di lavoro e nei luoghi della contrattazione.  Chiederemo, sicuramente insieme a Cgil e Cisl, anche alla Regione Molise un Patto per il lavoro che favorisca l’occupazione femminile e la sostenga. Un patto per migliorare la qualità della vita e dei servizi di welfare nei nostri territori, oltre che alle aziende per prevenire fenomeni di violenza e ogni forma di discriminazioni. Perché solo relazioni forti possono cambiare le cose!”, conclude Varone.

 

Carmela Amura della UIL Mobbing e Stalking: “l’Amore non uccide”

La piaga dei femminicidi registra il più alto tasso in Abruzzo. Molise, Valle d’Aosta e Basilicata hanno tasso zero.

“Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, quest’anno maggiormente sentita dopo la recente, straziante vicenda di Giulia Cecchettin.

L’efferato assassinio di Giulia ha acceso, più di altri, potenti riflettori sul triste fenomeno dei femminicidi. Giulia aveva sogni e progetti che stava realizzando. Giulia, con i suoi 22 anni, aveva capito e scelto che Filippo non avrebbe fatto parte del suo futuro. Filippo diceva di non poter vivere senza Giulia. Ma in realtà pensava che Giulia non avesse diritto di vivere senza di lui. Filippo infatti è vivo, Giulia, invece, è morta. Giulia ha avuto pietà per Filippo, ma Filippo, senza pietà, l’ha uccisa. L’ennesima vittima di un falso amore, l’ennesimo sacrificio di una donna che ha creduto di essere libera di poter scegliere della sua vita. C’è qualcosa di diverso, però, questa volta nella reazione della società. Forse la sua faccia pulita e tenera, forse la sua giovane età, forse l’aver vissuto una settimana con il fiato sospeso nella speranza che questa volta il finale fosse diverso, che Filippo fosse davvero un bravo ragazzo. Poi la delusione devastante, la tragedia annunciata, il dolore, la rabbia.

Ma Giulia non è morta invano se è riuscita a scuotere anche le coscienze più sopite. Se le sue coetanee si stanno interrogando sui rapporti con i fidanzati. Se si stanno chiedendo se anche loro stiano vivendo un rapporto malato, in cui sono colpevolizzate, isolate, svalutate. Se sono libere di vestirsi secondo i propri gusti o di uscire con le amiche o di scegliere cosa studiare o dove lavorare. Se i papà e le mamme stanno riflettendo chiedendosi se ascoltano abbastanza i loro figli, se li conoscono veramente, se dicono troppi si e pochi no. Soprattutto se offrono il giusto esempio di vita nelle loro famiglie. Perchè il punto è proprio questo. La famiglia  è il primo organismo di socializzazione dell’individuo. Il patriarcato nasce nella famiglia e li si alimenta e diventa cultura, tradizione. Un patriarcato aggrappato a se stesso e ai privilegi cui non vuole rinunciare. La violenza dell’uomo sulla donna per l’esercizio del potere. Ce lo ha mostrato bene Paola Cortellesi nel film “C’è ancora domani”, con la rappresentazione della condizione della donna. Un film che mostra una realtà che non appartiene ancora completamente al passato. I femminicidi sono infatti la punta dell’iceberg, ma ci sono ancora tante donne e famiglie che vivono nella violenza quotidiana, violenza che sarà perpetuata perché considerata normale. Ma l’amore, quello vero, non sa essere violento. L’amore, quello vero, vuole il bene dell’altro. La relazione amorosa dovrebbe essere come una danza, dove i ballerini si muovono osservando ciascuno i propri passi, ma in armonia e se questa si perdesse, se uno dei due andasse fuori tempo, allora ciascuno dovrebbe essere libero di cambiare musica e di continuare a ballare anche da solo.

Ben vengano le leggi più stringenti appena approvate sulla scia dell’onda di ribellione  causata da questo brutale assassinio, purtroppo già diventato penultimo nella cronologia dei femminicidi. Ma l’inasprimento delle pene non sarà sufficiente a fermare la spinta alla distruzione, nel momento in cui la rabbia per la perdita del controllo su un essere considerato inferiore e di propria esclusiva proprietà, deputato a rappresentare un ornamento utile ad esaltare la propria apparente superiorità, a creare, come in uno specchio, l’immagine di un sé  potente, inesistente persino ai propri occhi. La forma principale di prevenzione della violenza è la propagazione della cultura del rispetto, del controllo degli istinti primordiali, in tutti gli ambiti della società, familiari, scolastici e lavorativi. La violenza dovrebbe essere bandita dappertutto. Nelle famiglie, nelle scuole, nei posti lavoro. E dunque occorre parlare, comunicare il disagio, denunciare le violenze subite. L’omertà, la paura, non possono e non devono condannare a una vita grigia, triste, pesante come un fardello che non si vede l’ora di scaricare. L’antidoto contro la violenza è essere consapevole del proprio valore. Non abbassare la testa, non sottovalutarsi.

La vita è solo tua e nessuno, nessuno ha il diritto di togliertela o di renderla impossibile. Non sei un oggetto e non hai un padrone. Sei libera di amare e di non amare. Libera di scegliere chi amare. Non è colpa tua e non sei tu a essere sbagliata. Ormai non hai più scuse per sopportare. Parla, confidati, denuncia, SALVATI! Perché l’Amore non uccide!”

Carmela Amura

Responsabile Centro di Ascolto contro mobbing, stalking e tutte le violenze della Uil Molise

La UILCA dice NO alla chiusura delle filiali!

E’ previsto per lunedì 27 novembre 2023 a Campobasso, in Piazza G. Pepe, dalle 14:30 alle 17:00 circa l’appuntamento con la tappa molisana della campagna itinerante “Chiusura filiali? No, grazie.”, ideata e promossa dalla UIL Credito, Esattorie e Assicurazioni (UILCA) contro il fenomeno della desertificazione bancaria nei comuni italiani che ne sono più colpiti (https://www.uilca.it/chiusura-filiali-no-grazie/).

In Italia, purtroppo:

– dal 2018 al 2022 gli sportelli bancari sono diminuiti del 17,4% (-4.423);

– i comuni serviti da banche sono scesi del 10,9% (-583);

– il trend negativo coinvolge anche l’aspetto occupazionale, con 14.020 dipendenti in meno nel settore (-5%).

Nel Molise la desertificazione bancaria è iniziata da tempo: una situazione gravissima che potrebbe aprire spazi al rischio di illegalità, come evidenziato dalla Segretaria Generale UIL Molise Tecla Boccardo e dal Segretario Generale UILCA Molise Ermando Ciocca.

L’obiettivo, così come illustrato dal Segretario Generale UILCA Fulvio Furlan, è quello di promuovere incontri istituzionali, dibattiti e interviste durante tutte le tappe che caratterizzano l’iniziativa.

A sostegno della campagna ideata dalla UILCA si è schierato anche Antonio Decaro, sindaco di Bari e Presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI).

UILCA dice NO alla chiusura delle filiali!

Sciopero generale di UIL e CGIL: la risposta della piazza molisana

La più bella risposta che potevamo dare oggi, dopo aver sentito considerazioni lesive, offensive e vergonose nei confronti di chi, perdendo dei soldi, decide di scendere in piazza.

Altro weekend lungo. Questa è una giornata di democrazia!

Chi voleva un sindacato silenzioso, con noi ha sbagliato. Oggi anche da Campobasso è partito un messaggio forte: vogliamo risposte per lavoratori, pensionati, giovani e disoccupati che chiedono un presente dignitoso e un futuro migliore.

Sicurezza, rinnovo dei contratti, sanità, servizi ai cittadini, istruzione di qualità, lotta all’evasione e al precariato, disabilità e immigrazione: su questo pretendiamo attenzione e confronto con chi adesso è al Governo e pare aver dimenticato parecchie delle promesse fatte, come su iva, accise, trasporti e pensioni.

ADESSO BASTA!

Pierpaolo Bombardieri in Molise per rivendicare maggiori tutele e meno disuguaglianze

Non è semplice trovare parole per commentare questa giornata che ha visto il nostro segretario generale Pierpaolo Bombardieri in Molise, prima a Pozzilli per incontrare RLS e RLST della UIL e poi a Campobasso in un gremito Teatro Savoia per la nostra Assemblea territoriale.

Abbiamo proceduto a importanti adempimenti statutari, ma soprattutto abbiamo ascoltato delegate e delegati che hanno raccontato il “Molise reale” a Pierpaolo che nelle sue conclusioni ha come sempre sintetizzato in modo straordinario quello che sta accadendo a livello nazionale e le posizioni della nostra organizzazione.

Grazie a tutte e tutti, agli oltre 400 intervenuti a Campobasso, agli RLS e RLST di stamane, alla stampa locale che ci ha ospitato nei suoi spazi.

Ci vediamo il 17 novembre in piazza Prefettura a Campobasso per uno sciopero, dovuto e necessario, contro una manovra che non ci convince per niente e che chiediamo venga ampiamente rivista!