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Zuccherificio in Consiglio, molte parole, pochi fatti

Lo zuccherificio al centro della seduta del Consiglio regionale di ieri. La posizione della Uil è chiara: guardar per credere

Vertenza Gam

Pietro Grasso in Molise, la UIL è felice della sua visita

Come noto martedì prossimo, 18 ottobre, il Presidente del Senato Pietro Grasso sarà a Campobasso, al Teatro Savoia, dove assisterà allo spettacolo teatrale di Sebastiano Lo Monaco “Per non morire di mafia” ispirato proprio al libro dell’ex Procuratore Antimafia, oggi Seconda Carica dello Stato. E al Presidente del Senato, a nome della UIL, ho rivolto una lettera in cui ho provato a raccontare un pò di Molise attuale, quel Molise vero e tenace, troppo spesso sconosciuto. Sono certa, comunque, che il Presidente Grasso per quanto in “visita culturale” ascolterà la nostra classe politica che dovrà raccontare bene il Molise di oggi e le difficoltà che sta attraversando, chiedendogli di perorare le nostre cause, di prestare attenzione alle questioni legate alla nostra terra, di mostrarsi particolarmente sensibile e vicino. Siamo certi che andrà via con un bel ricordo di Molise e molisani e che al momento giusto saprà darci una mano.
Signor Presidente,
i lavoratori ed i pensionati del Molise, il mondo del lavoro, il Sindacato, la Uil sono orgogliosi di averLa in Molise e La ringraziano per questo suo gesto di attenzione. Anche noi riteniamo, infatti, che il tema della legalità, della lotta alla criminalità organizzata e ad ogni mafia deve avere una centralità nel dibattito sociale e politico e configurarsi come un impegno quotidiano delle Istituzioni, delle forze dell’ordine e della magistratura, ma anche delle forze sociali e dei soggetti della rappresentanza. D’altra parte, calati come siamo nella società molisana e presenti nel territorio, abbiamo talvolta percepito il rischio che fenomeni mafiosi si presentino anche nelle nostre zone, che peraltro confinano con aree del Paese dove sono endematicamente radicate: nella gestione degli appalti, nei sotterramenti illegali di rifiuti tossici e inquinanti, nella pratica del lavoro nero e del precariato. Ma legalità deve essere anche rifiutare la clientela politica, il favore dal potente di turno, praticare una buona amministrazione pubblica che gestisce con efficienza e trasparenza valorizzando le professionalità degli addetti, un rapporto corretto e reciprocamente legittimante fra le stesse forze sociali. Anche su questi fronti, talvolta abbiamo osservato, nei nostri contesti occorre fare di più. A cominciare dal rafforzare la coscienza collettiva e l’impegno di ognuno ad agire in modo positivo e corretto. Iniziando dalla cultura e dalla scuola. Che Lei abbia scelto di essere presente in Molise proprio nel nostro teatro che é un punto di orgoglio e di produzione culturale e diffusione di eccellenze, che poi abbia programmato di confrontarsi con gli studenti (proprio quei giovani a cui il futuro, soprattutto nella fase di passaggio nel mondo del lavoro, non si presenta certo facile) ci convince e ci conforta nella nostra intuizione. Potremmo narrarLe, caro Presidente, le difficoltà economiche, occupazionali e sociali in cui si dibatte il nostro territorio, il crescente disagio delle popolazioni, ma anche qualche speranza di recupero e di ripresa, qualche opportunità che si presenta che, come orgogliosi molisani, intendiamo cogliere e praticare. Avremo modo di fare questo in altra occasione o con altre Istituzioni più direttamente impegnate sui temi dell’economia e del lavoro. Proprio per la Sua valenza istituzionale e per il suo ruolo di guida di un autorevole luogo di esercizio della rappresentanza e pratica della democrazia, vogliamo invece chiudere questa nostra lettera aperta con una considerazione. Ci siamo sentiti spesso isolati, talvolta dileggiati per le dimensioni demografiche e territoriali della nostra Regione. Solo qualche giorno fa esponenti di spicco del dibattito pubblico nazionale discettavano della soppressione del Molise, osservavano la sua irrilevanza, fantasticavano accorpamenti o inglobamento in realtà istituzionali più vaste. Anche noi, certo, qualche colpa l’avremo pure: una certa tendenza al rinchiudersi nella dimensione locale, una incapacità ad esprimere una classe politica e amministrativa al livello delle sfide che l’Europa e la globalizzazione pongono, una capacità imprenditoriale per troppo tempo sopita e alla ricerca più di prebende pubbliche che di opportunità per uno sviluppo reale, una tendenza a difendere chi é protetto più che praticare un’azione che dia fiducia a chi si sente escluso e costruisca speranza per i nostri giovani che, ahimè, continuano ad emigrare. Ma i molisani sono popolo. Abbiamo solide tradizioni che vogliamo valorizzare ma molti davvero sono impegnati nell’innovare e disegnare il futuro, abbiamo un territorio debole ma dove la qualità dell’ambiente ancora persiste, abbiamo donne che sono la nervatura delle nostre famiglie e delle comunità ma anche elemento qualificante del mondo del lavoro, abbiamo tanti anziani vero welfare locale ma anche giovani istruiti, competenti e intraprendenti. Da noi ci sono Istituzioni culturali (citiamo per tutte l’Università) e autorità morali e religiose di cui andiamo fieri, c’è un distribuito e vivace sistema della comunicazione locale che dà conto di un dibattito politico e sociale intenso. Siamo un’economia che cresce nelle eccellenze, dall’agricoltura ai beni esportati, pur presentando, lo scenario economico e occupazionale complessivo, molti persistenti limiti e problemi. Insomma, il Molise non è la barzelletta che qualcuno racconta, ma pretende di essere parte attiva e protagonista, con ogni altra ovviamente, della comunità nazionale. Signor Presidente, torni a trovarci presto, trovi modo di mettersi in ascolto anche del sindacato e delle forze sociali che praticano la voglia del cambiamento: le parleremo di un Molise che non va disfatto ma noi va lasciato operare – magari con qualche sostegno e attenzione – perché ha energia, capacità, determinazione, orgoglio. E perché anche dal Molise si disegna il futuro di un’Italia avanzata economicamente e sviluppata, solidale e più giusta, che pratica la legalità nell’agire quotidiano.

Zuccherificio, gli strumenti della Triplice per salvare i lavoratori

Oggi con i lavoratori dello zuccherificio

6Conferenza stampa davanti ai cancelli dello Zuccherificio del Molise a Termoli dove, nel frattempo, prosegue la mobilitazione da parte delle maestranze.

É stata ribadita la necessità di un’effettiva programmazione per l’azienda, ribadendo come – al momento – il tavolo tecnico con i capigruppo in consiglio regionale in programma domani pomeriggio non ha ancora i crisimi dell’ufficialità.

In caso di effettivo svolgimento, i sindacati hanno ribadito quelle che saranno le richieste fatte alla clase politica legate alla richiesta di un consiglio monotematico sullo zuccherificio e al tema stesso della programmazione.

Sul versante dei lavoratori, è stato ribadito che il presidio proseguirà e porterà anche ad una marcia pacifica verso Termoli per incontrare in municipio il Sindaco con la richista di un’assise civica allargata monotematica sul tema cui far partecipare anche gli esponenti del consiglio regionale.

Sull’Area di crisi siamo passati dal “Molise che non si arrende” al “Molise che rende”

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Sono chiuse da poche ore le procedure che hanno consentito agli imprenditori di manifestare interesse ad investire nell’area di crisi complessa che va da Venafro a Bojano. É così possibile tarare al meglio gli interventi ed i supporti economici e organizzativi per rendere praticabili gli insediamenti di attività economiche, che facciano ripartire l’economia e offrire opportunità occupazionali. Pare che le manifestazioni di interesse raccolte da Invitalia siano centinaia, diverse centinaia, molte più di quante anche i più ottimisti si aspettavano. Noi, come Uil, speravamo su questo buon risultato e confidavamo in questo percorso positivo. Tutto questo, così a caldo, ci insegna diverse cose. Avevamo ragione noi del sindacato a puntare su questo strumento per attrarre investitori nel nostro territorio. Siamo passati dal “Molise che non si arrende” (era questo il titolo dell’accordo fra le parti sociali e le amministrazioni locali dell’agosto 2012), al “Molise che prende” con il riconoscimento dell’area di crisi dell’agosto 2015, al “Molise che rende“, oggi che gli imprenditori ritengono interessante venire a investire qui (e una ragione ci sarà pure …). Occorre ora molto impegno ad esaminare questi atti che, pur non essendo vincolanti né per le imprese né per la Regione, il Mise o Invitalia, devono consentire di capire ‘che aria tira’ e decidere che orientamento dare agli investitori e che modello di sviluppo programmare in quel territorio. Il Sindacato va coinvolto nelle riflessioni e reso partecipe delle decisioni. I lavoratori bene hanno fatto ad aver fiducia nel Sindacato, nel suo agire volta per volta incoraggiando la Regione, incalzandola quando ci si attardava, spronando altre parti sociali perplesse e arrese, pubblicizzando l’opportunità, impegnando anche i livelli nazionali delle organizzazioni sindacali nel sostenere le istanze del Molise. Con i lavoratori e le popolazioni locali continueremo l’azione di ascolto, di coinvolgimento, di monitoraggio, di proposta sempre ma anche di protesta quando serve. Strumenti simili sono indispensabili per sostenere territori deboli economicamente e con profondo disagio sociale. Ora, con altrettanta determinazione e immaginazione, occorre infatti concentrarsi sulle opportunità dell’area di crisi non complessa del termolese e dintorni: anche da lì deve passare lo sviluppo dell’intera regione, affrontando anche con questi strumenti i problemi esplosi nel basso Molise come la vicenda zuccherificio. Poi, certo, i problemi sono molti, le vertenze aperte non si contano, la crisi economica morde e la ripresa da noi proprio non la si vede. Ma assieme, nel sindacato e con il sindacato, possiamo fare molto e dare una vera scossa al nostro territorio. Il tutto con l’orgoglio e la sfrontatezza di cui siamo capaci nei confronti di coloro che ritengono che ‘il Molise non esiste’, che lo si può smembrare o accorpare all’Abruzzo (e troppi lo fanno …), che siamo soltanto dei piagnoni all’inseguimento di mance clientelari o di assistenzialismo.

Cgil, Cisl e Uil chiedono un consiglio regionale urgente sullo Zuccherificio