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Tari, cresciuta negli ultimi anni a Campobasso e Isernia
Anche oggi, domenica d’agosto, la Uil sui quotidiani locali. Stavolta Loy, segretario confederale nazionale, con lo studio sulla Tari, cresciuta negli ultimi anni a Campobasso e Isernia
LA PICCOLA TASSA SUI VACANZIERI MIGLIORI I SERVIZI TURISTICI E NON I BUCHI DI BILANCIO
In principio fu Roma.
Correva l’anno 2010, quando fu istituita nella capitale. Fu poi introdotta strutturalmente per tutto il territorio nazionale dal Governo Berlusconi, con il decreto legislativo sul fisco municipale, in attuazione del federalismo fiscale (DLGS. 23 del 2011, lo stesso che istituiva l’IMU).
Parliamo dell’imposta di soggiorno e di imposta di sbarco, un’imposta facoltativa di carattere locale applicata a carico delle persone che alloggiano nelle strutture ricettive situate in località turistiche o città d’arte.
Ma come funziona?
L’imposta di soggiorno, da istituirsi con Regolamento Comunale, può essere applicata da 10 centesimi a un massimo di 5 euro per notte di soggiorno (fa eccezione Roma dove l’imposta può arrivare a 10 euro per notte); mentre la tariffa per la tassa di sbarco sulle isole minori è di 1,50 euro a persona.
Il relativo gettito è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, di manutenzione, fruizione e recupero di beni culturali e ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali. La maggioranza dei comuni ha scelto di diversificare le tariffe in base alle “stelle” attribuite alle strutture. Si paga per una o più notti in albergo, ma anche per campeggi, bed and breakfast.
Se nel 2011, anno di esordio di tale imposta, i comuni che avevano optato per l’imposta si contavano sulle dita di una mano, oggi, nel 2016, secondo il Servizio Politiche Territoriali della UIL, sono 650 i comuni che applicano l’imposta di soggiorno. Tant‘è che l’imposta nel 2015 ha generato un gettito per le casse dei Comuni di oltre 431 milioni di euro.
“Sarebbe davvero interessante conoscere come opera questa tassazione nei comuni molisani e dove finisce. Ma c’è qualcuno, da noi, che monitora la situazione, che orienta le decisioni, che supporta i comuni o che è intervenuto sulla sua destinazione in Molise? – osserva Tecla Boccardo, segretario generale della UIL molisana – Magari anche questa sarebbe una funzione cui dovrebbe provvedere il consigliere delegato al turismo ed una pianificazione andrebbe fatta a livello regionale.”
“In linea generale – conclude Boccardo – non siamo contrari a priori a questa imposta, preferibile all’aumento delle addizionali IRPEF o della TARI che gravano su tutti i cittadini e non soltanto su coloro che usufruiscono di uno specifico servizio.
Meglio una piccola tassa sui vacanzieri invece che pescare sempre nelle tasche degli impoveriti molisani.
Per la UIL, è fondamentale che i proventi di questa tassa siano utilizzati per creare, soprattutto nelle località ad alto impatto turistico, quel “circolo virtuoso” in grado di mettere in moto l’occupazione locale attraverso investimenti in servizi e in opere infrastrutturali turistiche.
Non ci dimentichiamo che questa è una vera e propria tassa di scopo finalizzata al miglioramento della qualità dei servizi turistici e non a scomparire in bilanci comunali dissestati.”
MUOVIAMOCI SUBITO E TUTTI ASSIEME CONTRO LA POVERTÀ CHE DILAGA ANCHE IN MOLISE
Fra un mese esatto, il 2 settembre, prende avvio il SIA (Sostegno per l’Inclusione Sociale), un nuovo strumento per combattere la povertà, fenomeno sempre più frequente ed esteso anche nelle famiglie molisane.
Si tratta di una misura di contrasto alla povertà che prevede l’erogazione di un sussidio economico alle famiglie in condizioni economiche disagiate, nelle quali sia presente almeno un minorenne, un disabile o una donna in stato di gravidanza accertata, e che abbiano un ISEE inferiore o uguale a 3.000 euro. Il beneficio viene concesso con cadenza bimestrale, in relazione alla composizione del nucleo familiare, e può raggiungere, per famiglie con 5 o più membri, l’importo mensile di 400 euro. Sono interessati coloro che sono cittadini italiani o comunitari ovvero cittadini stranieri in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo e residenti in Italia da almeno due anni. Nessun componente della famiglia deve risultare titolare di prestazioni di assicurazione sociale per l’impiego (NASpI), assegno di disoccupazione (ASDI) o altro ammortizzatore sociale di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria.
Il sussidio economico è però subordinato ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa. Il progetto coinvolge tutti i componenti del nucleo familiare e prevede specifici impegni per adulti e minori sulla base di una valutazione globale delle problematiche e dei bisogni. L’obiettivo è quello di aiutare le famiglie a superare la condizione di povertà e riconquistare gradualmente l’autonomia.
La domanda va presentata entro 45 giorni al Comune che provvede a inoltrarla all’INPS, al quale spetta accertare i requisiti e l’esistenza di altri eventuali trattamenti economici di natura previdenziale, indennitaria o assistenziale a qualunque titolo concesso dallo Stato o da pubbliche amministrazioni che non devono essere superiori a 600 euro mensili. Ma, soprattutto, il progetto personalizzato di attivazione sociale deve essere predisposto dai servizi sociali del Comune, in rete con i servizi per l’impiego, i servizi sanitari e le scuole nonché con soggetti privati ed enti no profit.
“Prepariamoci per tempo – questo è il richiamo di Tecla Boccardo, leader della UIL molisana -: con le difficoltà in cui si dibattono i comuni molisani, con i limiti dell’azione dei servizi per l’impiego (subissati di compiti e senza investimenti in personale e apparecchiature), con i servizi sanitari messi come sono messi, non vorremmo proprio che questa opportunità andasse sprecata e tutta la procedura fosse mal gestita con il consueto successivo rimpallo di responsabilità. Occorre subito un luogo di confronto attorno al tema della povertà in cui coinvolgere, per l’appunto, tutte le amministrazioni impegnate a gestire il SIA, le altre istituzioni nazionali e locali, i servizi sociali, i centri per l’impiego, le parti sociali ma anche il variegato mondo delle associazioni e del volontariato molisano. È necessaria la competenza di ognuno per mettere in campo interventi mirati e integrati, che necessitano di costante monitoraggio per valutarne gli effetti e l’efficacia.”
“È, d’altro canto, vero che la tematica della povertà è complessa e articolata: oltre a necessarie misure di contrasto alle sue varie forme, è indispensabile procedere con una programmazione di interventi che complessivamente, dando vigore alle politiche del lavoro e rilanciando il potere d’acquisto dei cittadini, assicurino la ripresa economica e sociale”.
ANTICIPAZIONI SVIMEZ, LA MIA PRESA DI POSIZIONE: “QUANDO SI E’ CADUTI COSI’ IN BASSO, NON SI PUO’ CHE RISALIRE”
Questa volta i dati delle anticipazioni della SVIMEZ sull’andamento dell’economia del Paese, specie riferiti al Sud e in particolare al Molise, sono buoni: “Non possiamo che esserne contenti – commenta Tecla Boccardo, leader della UIL molisana – anche se dobbiamo ricordare che, quando si è caduti tanto in basso, non si può che risalire.”
Il buon risultato del 2015 è dovuto a condizioni favorevoli non facilmente ripetibili quest’anno e negli anni a venire: alcune aziende particolarmente dinamiche che sono riuscite ad esportare, una buona annata agricola, crescita del turismo ‘in patria’, l’accelerazione della spesa dei fondi europei che erano in scadenza. Sta di fatto che nel 2015 il Pil da noi è cresciuto del 2,9 %, il secondo dato regionale migliore d’Italia; positivo dovrebbe essere anche il dato del 2016. “Siamo, però, ben lontani dai dati pre-crisi: l’economia che ancora non gira, i disoccupati sono sempre troppi, specie nelle fasce d’età giovanili, con un ‘degrado dell’occupazione’ sempre più concentrata su impieghi a bassa qualificazione. E, nel frattempo la povertà cresce, ci sono troppe famiglie dove entrano solo magre pensioni e ammortizzatori sociali di prossima scadenza (che dall’anno prossimo mancheranno del tutto.” Fa notare la UIL.
“Per questo al Molise serve una ‘scossa salutare’. Il Patto per il Sud sottoscritto qualche giorno fa deve rappresentare solo il primo passo utile per l’accelerazione della spesa delle risorse destinate allo sviluppo del nostro territorio. Infatti nel documento sono individuate le risorse finanziarie, l’elenco specifico delle opere finanziate con l’indicazione degli interventi prioritari. Occorre, però, fare in fretta a metterlo in pratica attuazione in quanto si è già in forte ritardo e la spesa dei fondi comunitari per il 2014-2020 latita.”
Ecco, però, la critica di fondo: “Nonostante alcuni punti qualificanti del Patto, riteniamo che ancora manchi una chiara e ben delineata visione strategica di insieme per lo sviluppo del Molise. E è di questo che c’è bisogno. Si è parlato, per lo più, di bretelle stradali, di svincoli viari, di tratte ferroviarie, di intermodalità ferro-gomma, tutte questioni importanti e su cui la UIL esprime chiaramente la propria condivisione. Ma poco si è discusso di lavoro e occupazione, di nuovo modello di politica industriale, di formazione e politiche attive del lavoro e l’occupabilità, di efficientamento della pubblica amministrazione, di fiscalità di vantaggio per attrarre investitori e far star meglio i molisani.”
“Se vogliamo una scossa vera alla nostra economia e non lasciare che il dato SVIMEZ 2015 resti solo un lampo nell’oscurità, si deve subito passare dal “Patto per il Sud” ad un “Patto di partenariato per lo sviluppo del Molise” attraverso una visione d’insieme. Un patto che indichi con precisione gli ulteriori settori dove allocare le risorse dei fondi comunitari e le risorse ordinarie. Si tratta di rendere operativo il coinvolgimento attivo delle parti sociali in un confronto con la Regione sulle dinamiche socio economiche volte al superamento dell’attuale e perdurante difficile situazione economica, occupazionale e sociale.”
Questo l’obiettivo chiaro di Boccardo: “C’è molto bisogno, in Molise come altrove, di condivisione delle strategie di ampia portata. Non è questo il momento di compiacerci solo dei buoni dati ma rimboccarci, tutti assieme, le maniche.”
E QUESTA, INVECE, E’ LA PRESA DI POSIZIONE DI CARMELO BARBAGALLO, SEGRETARIO GENERALE DELLA UIL
“Bisogna evitare che i dati positivi sulla crescita del Sud registrati dalla Svimez per il 2015 rappresentino solo una parentesi. Condividiamo, dunque, la sfida lanciata con l’annuale Rapporto sull’economia del Mezzogiorno: non si può lasciare che questa performance conservi i caratteri di eccezionalità.
D’altro canto, che siamo di fronte solo a una boccata di ossigeno è evidente dagli stessi dati puntuali e dettagliati riportati dalle Anticipazioni della Svimez: un aumento del Pil di un punto percentuale non compensa di certo i 12,3 punti persi dal Mezzogiorno negli anni della crisi. Analogo ragionamento vale anche per i livelli occupazionali che, se salgono dell’1,6% nel 2015, fanno registrare ancora un deficit di mezzo milione di occupati rispetto alla fase precrisi.
Non c’è alternativa: il Sud, così come il Paese, ha bisogno di un rilancio vero della domanda interna e, soprattutto, di investimenti. Nel 2015 questi ultimi sono cresciuti dello 0,8%, ma nell’arco temporale 2008-2015 sono diminuiti del 40,9%. Il Governo dice che sono pronte risorse importanti per la crescita del Sud: è un fatto positivo, ci auguriamo che vengano investite presto e bene.
Il punto, però, è sempre lo stesso: bisogna attuare una strategia di investimenti strutturali, in una logica complessiva di attrattività del territorio. La Uil è pronta a fare la propria parte offrendo flessibilità, contrattata e a tempo determinato, di salario, orario e organizzazione del lavoro per favorire nuovi insediamenti produttivi. Su queste basi, avviamo, subito, un confronto tra parti sociali e Istituzioni nazionali e locali per un’autentica riforma delle politiche per il Mezzogiorno e per la crescita del Paese.”
Tecla Boccardo