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“Rinnovare i Contratti per 12 milioni di lavoratori per far ripartire il Paese (ed il Molise)”

I lavoratori dei settori privato e pubblico in attesa del rinnovo di un contratto collettivo nazionale di lavoro, già scaduto o in scadenza nel corso del 2016, sono oltre 12 milioni. Tutti i settori di lavoro sono interessati: pubblico impiego e metalmeccanico, commercio e trasporto, edilizia e agricoltura, chimica e artigianato.

Oggi a Roma si è svolto l’attivo unitario dei delegati di Cgil, Cisl e Uil dal titolo “Rinnovare i contratti. Rilanciare la contrattazione. Per una crescita fondata sulla valorizzazione del lavoro”, cui hanno partecipato anche dirigenti e delegati sindacali molisani.

“Le conseguenze del mancato rinnovo dei contratti e di stipendi bloccati, in alcuni casi da anni, sono del tutto evidenti. Qualche mese or sono l’Istat ha rilevato che la crescita delle retribuzioni contrattuali orarie nel primo trimestre del 2016 è stata la più bassa mai registrata dall’inizio delle serie storiche e cioè da 34 anni a questa parte. In tali condizioni la ripresa, nella migliore delle ipotesi, non potrà che essere lentissima. Il rinnovo di un contratto non è solo un diritto per i lavoratori, ma è un investimento per la crescita dell’intero sistema economico. Ciò che le imprese, da un lato, e lo Stato, dall’altro, riconoscono ai propri lavoratori in termini di crescita salariale ritorna alle stesse imprese sotto forma di aumento della domanda di beni e servizi e allo Stato in termini di gettito fiscale.”

“Di crescita della domanda di beni e servizi e un po’ di soldi in più nelle buste paga e sulle pensioni c’è assolutamente bisogno anche nel nostro impoverito Molise. Da noi i lavoratori in attesa che a livello nazionale si rinnovino i contratti sono più di 40.000.” Questa la lettura locale del problema posto al centro della rivendicazione sindacale.

“Se si rinnovassero entro la fine di questo anno i contratti per tutti i lavoratori che ne hanno diritto l’entità della massa monetaria immessa nei gangli vitali della nostra economia sarebbe enorme. E finalmente il futuro sembrerebbe meno fosco anche ai lavoratori molisani.”

“Abbiamo presentano la piattaforma per un nuovo modello di relazioni industriali e per un nuovo modello contrattuale – ha detto Barbagallo – e ne abbiamo presentata un’altra al Governo per una flessibilità in uscita e per il recupero del potere d’acquisto delle pensioni. Abbiamo, poi, un problema che riguarda il Mezzogiorno. C’è, dunque, una massa critica con cui fare i conti. A settembre – ha sottolineato il leader della Uil – faremo una valutazione. Io mi auguro, per i lavoratori, per i pensionati, per i giovani in cerca di lavoro, che il confronto porti risultati positivi. Se riusciremo a fare accordi e contratti, bene. Se questo non succederà, le lavoratrici e i lavoratori, i giovani e i pensionati sono pronti per farsi sentire al ritorno dalle ferie”.

“Oggi – ha concluso il leader della Uil – è una giornata importante: a dispetto di chi ha tentato di dividerci, Uil, Cisl e Cgil sono ancora impegnate, insieme, per la difesa dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani. A settembre si deciderà: a quel punto, o accordi o lotte”.

“SFRATTI PER MOROSITÀ FENOMENO SEMPRE PIÙ ALLARMANTE, ANCHE IN MOLISE”

L’incessante e implacabile crisi economica di questi lunghi anni (unita alla costante diminuzione delle risorse impegnate per le politiche sociali) ha prodotto ricadute negative sia sul fronte occupazionale che sociale, con una riduzione del reddito per centinaia di migliaia di famiglie, che, come dimostrano i dati sugli sfratti, si è tradotta, in molti casi, anche nella difficoltà di pagare il canone di locazione. Infatti, i provvedimenti esecutivi di rilascio di immobili a uso abitativo sono stati nel 2015 in Italia 64.676 (in aumento del 23,7% rispetto al 2008, ultimo anno pre-crisi economica) di cui 57.015 dovuti a morosità e altra causa (con un incremento del 38,4% rispetto al 2008).

“Certo, da noi le cose vanno un poco meglio che nei grandi centri o in altre regioni, ma anche in Molise si registrano dati di sofferenza abitativa preoccupanti: uno sfratto emesso ogni 904 famiglie, l’anno passato ben 784 richieste di esecuzione con 124 sfratti eseguiti e famiglie messe per la strada.” Tecla Boccardo, leader della UIL molisana snocciola questi dati e precisa: “Gran parte di questi sfratti deriva da una “morosità incolpevole” cioè da una situazione di sopravvenuta impossibilità a provvedere al pagamento del canone locativo, in ragione della perdita o consistente riduzione della capacità reddituale del nucleo familiare. D’altra parte, i cambiamenti della società e la crisi occupazionale vedono aumentare, anche da noi, sempre più le famiglie mononucleari e monoreddito (spesso un reddito da misera pensione o da modesto ammortizzatore sociale). In Molise, come altrove in Italia, l’affitto incide oltre il 40 % sul reddito da lavoro dipendente ed il 50 % su quello da pensione.”

“Dati allarmanti – sottolinea Guglielmo Loy, Segretario nazionale della UIL che ha curato una specifica indagine sul fenomeno – in considerazione del fatto che fino ad ora non sono stati attivati quegli auspicati interventi governativi che avrebbero potuto segnare un’inversione di tendenza. Uno strumento utile sarebbe ripristinare il Fondo sostegno affitti, azzerato per il 2016 dalla legge di stabilità, consentendo alle Regioni di attuare una politica di programmazione adeguata alle esigenze dei cittadini. È necessario mettere al centro di tutto l’”affitto”, tramite l’introduzione di politiche fiscali premianti, come, ad esempio, quella di prevedere la possibilità per l’inquilino di detrarre dalle tasse parte dell’affitto, facendo emergere, tra l’altro, le tantissime locazioni in nero. Appare chiara, quindi, la necessità di un effettivo piano di rilancio dell’edilizia popolare che possa creare, attraverso l’opportuno coordinamento di risorse pubbliche e private, le condizioni per il reperimento di abitazioni caratterizzate da costi realmente sostenibili per le famiglie.”

“Risanamento di quartieri mezzo abbandonati (basti pensare al centro storico di Campobasso) o di paesi che si stanno spopolando, investimenti in edilizia popolare, agevolazioni per chi possiede immobili e li affitta a prezzi ragionevoli, aiuto economico alle famiglie con redditi troppo limitati per permettersi il canone di locazione (ed anche a quelle che non riescono più a far fronte lle rate del mutuo contratto proprio per acquistare una abitazione)” Questi gli obiettivi della UIL molisana, pronta ad aprire con la regione e le amministrazioni locali una “vertenza casa”.

“Occorre fermare la perversa sequenza: perdita del posto di lavoro, limitatezza degli ammortizzatori sociali, poche risorse economiche, mancato pagamento di alcune rate di affitto, finita locazione per morosità, richiesta di sfratto, sfratto eseguito, tutta la famiglia per strada.”

Comunicato della UIL FPL nazionale: esito incontro Conferenza delle Regioni su Centri per l’Impiego

Si è svolto in data 6/7 u.s., presso la sede della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, un incontro avente per oggetto le problematiche relative ai Centri per l’Impiego e alle politiche attive del lavoro alla presenza della IX Commissione Istruzione, Lavoro, Innovazione e Ricerca della Conferenza e le rappresentanze sindacali confederali e di categoria di Cgil, Cisl e Uil.

La situazione, infatti, dei servizi al lavoro appare molto variegata sul territorio nazionale sia in merito alle disposizioni relative al riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive, sulla base di quanto previsto dal D. Lgs. 150/2015, sia rispetto alla situazione di incertezza in cui versano le lavoratrici ed i lavoratori del settore in mancanza di chiarezza rispetto agli scenari futuri.

Va detto innanzitutto che, se si vuole realmente che le politiche attive possano esercitare un ruolo di sostegno al mercato del lavoro, non si può prescindere dall’esigenza di investire su di esse significative risorse con certezza e chiarezza sui finanziamenti. Il nuovo modello organizzativo, legato all’entrata in funzione di ANPAL, Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, richiede obbligatoriamente un investimento nelle strutture regionali e locali per rafforzare la dotazione organica dei Centri, finanziare progetti di riqualificazione del personale, definire i livelli essenziali delle prestazioni ed al tempo stesso un’ assunzione di responsabilità da parte del Governo e delle Regioni, che non possono scaricare su Province e Città Metropolitane il peso della gestione di tali processi, in una situazione economica estremamente critica, a causa dei pesanti tagli operati sulle Amministrazioni Provinciali.

Queste in sintesi le posizioni espresse dalla nostra organizzazione, ponendo al centro del confronto innanzitutto il tema del rinnovo delle procedure di convenzionamento tra Stato e Regioni (due terzi Stato e un terzo Regioni) in scadenza al 31/12/2016, il problema legato ai costi di funzionamento delle strutture,alla certezza dei trasferimenti da parte delle Regioni alle Amm.ni Prov.li e Città Metropolitane, alle problematiche legate alla stabilizzazione dei precari.

Va detto che su tali temi e su tutti gli aspetti legati al Mercato del Lavoro, si è attivato il tavolo di trattativa tra le parti sociali ed il Governo e che tali questioni sono state oggetto di confronto con il Ministro Poletti.

In sintesi gli impegni assunti dal Governo e comunicati nell’ambito del confronto in Conferenza delle Regioni:

– Proroga del convenzionamento tra Stato e Regioni per il 2017, con trasferimenti di risorse a Province e Città Metropolitane , utilizzando le risorse dei fondi strutturali europei e la medesima ripartizione di due terzi a carico dello Stato ed un terzo a carico delle Regioni

– In merito agli oneri di gestione dei CPI impegno del Governo a farsi carico fino ai due terzi della spesa per il 2016 e 2017

– Rinnovo dei contratti a tempo determinato in scadenza attraverso un intervento normativo ad Hoc

– Un programma di potenziamento dei CPI con assunzione di 1000 lavoratori a tempo determinato da finanziare attraverso il PON, piano operativo nazionale, lavoro.

Su quest’ultimo punto resta poco chiara la titolarità delle assunzioni, in sostanza chi dovrebbe assumere e soprattutto si pone la necessità di un intervento normativo mirato, alla luce del blocco del turn-over e dei vincoli previsti dalle norme vigenti e comunque sarà oggetto di definizione nell’ambito del confronto con il Ministro Poletti.

La Uil fpl ha poi evidenziato, comunque, la necessità di affrontare complessivamente tutti gli aspetti legati al riordino della normativa, partendo dai temi della tutela del personale e della erogazione dei servizi.

In tal senso è indispensabile costruire tavoli interistituzionali, con i vari attori coinvolti nel processo e rendere effettivamente reale sede di confronto l’Osservatorio Nazionale, di cui alla legge di riordino di Province e Città Metropolitane.

Abbiamo chiesto, inoltre, di inserire la proroga dei contratti dei precari in un più ampio piano triennale di stabilizzazione del personale per dare una prima e concreta risposta alle lavoratrici e ai lavoratori e alle esigenze dei servizi, in una condizione di grave carenza di personale.

Su tali questioni la Conferenza delle Regioni ha condiviso la necessità di costruire un percorso di confronto sia su Anpal che sul resto degli aspetti evidenziati.

E’ bene precisare inoltre che su Anpal, al momento, al di là dell’approvazione dello Statuto, di fatto l’Agenzia deve ancora completare l’iter legato al perfezionamento degli atti e delle procedure per poter realmente entrare in funzione, e quindi svolgere il proprio ruolo di coordinamento della rete dei servizi per il lavoro.

In sostanza, nell’incontro con la Conferenza delle Regioni, abbiamo registrato impegni importanti almeno rispetto al tema delle risorse e dei convenzionamenti, chiaramente tutti da verificare e che dovranno tradursi al più presto in atti concreti. Resta un quadro, infatti, oltre alla scadenza referendaria di Ottobre, tutto da definire.

Una cosa è certa, se rispetto ai percorsi preannunciati, si continuerà con il solito sistema del rimpallo di responsabilità tra Stato e Regioni, la nostra organizzazione valuterà tutte le iniziative sindacali idonee a cambiare verso ad una situazione di stallo, ormai insostenibile.

La situazione a livello regionale, visualizza il documento:

http://www.uilfpl.net/images/ARTICOLI_FILES/situazione%20a%20livello%20regionale.pdf

Zuccherificio, apprensione per i lavoratori – 06/07/2016

Zuccherificio, il servizio di quest’oggi di Teleregione che fa il punto sulla vicenda e riprende le posizioni sindacali unitarie e della Uil

ZUCCHERIFICIO: POLITICA MOLISANA, SE CI SEI ANCORA, BATTI UN COLPO”

Le notizie delle ultime ore sulla sopravvivenza dello Zuccherificio del Molise non sono confortanti. C’è bisogno, ora più che mai, che la politica si attivi rapidamente e tangibilmente. Questa che segue è la nota che ho inviato alla stampa sull’argomento.
“Non è bastato né l’attivismo dell’Assessore, né l’attenzione della parlamentare locale, tantomeno le mobilitazioni delle RSU e del Sindacato di categoria, neanche il coinvolgimento del Ministero delle Politiche Agricole: la New.co. che ha in gestione lo Zuccherificio del Molise è stata dichiarata fallita. Tocca adesso alla politica molisana, se ancora esiste ed è capace di progettare il futuro di questo territorio, battere un colpo e far capire cosa intende fare.” Questa il richiamo della Segretaria generale della UIL Molise. “I vecchi impianti non li vuole comprare nessuno, nemmeno al prezzo di ferro vecchio, gli immobili del complesso industriale non interessano al mercato, il contratto di fitto del ramo d’azienda viene meno, la mini campagna saccarifera ha il fiato corto che ci si aspettava, e così via, di illusione a insuccesso. E sì che ci sono in gioco le quote comunitarie per la produzione di 83 tonnellate di zucchero l’anno (che da sole valgono circa 5 milioni di euro) e il futuro dei dipendenti diretti e di quanti sono impiegati nell’indotto, ma anche la stessa prospettiva del settore agricolo che coltiva le barbabietole nel Centro Sud Italia.” “Da tempo chiediamo impegno – continua Boccardo – per consentire, nel breve periodo, di salvaguardare i lavoratori (con ammortizzatori sociali troppo deboli per tutelarli adeguatamente) e il patrimonio fabbrica/quote, e, in prospettiva, la costruzione di un piano che rilanci la filiera al fine di attrarre nuovi investitori. Ma, anche qui, qualcuno sa che fine ha fatto l’Area di crisi non complessa che doveva estendere alla zona del Termolese agevolazioni e risorse per la ripartenza dell’economia locale?” “Così, mentre ancora qui aspettiamo Renzi per la sottoscrizione del Patto per il Sud con la nostra regione, da noi un altro pezzo di economia reale e produttiva si avvia alla sparizione. Con le vacanze alle porte e gli amministratori pubblici che ad altro si dedicano.”
Tecla Boccardo

La Lorenzin sprona le Regioni ad assumere i precari della sanità. In Molise si faccia presto!

Anche dal Governo arrivano sollecitazioni alle Regioni per procedere nelle assunzioni di lavoratori precari. Ed a farlo è direttamente il Ministro per la Salute, Beatrice Lorenzin, in un incontro a cui ha partecipato Pasquale Gianquitto della Uil Molisana, il quale ha inviato una nota alla stampa proprio sull’incontro con l’esponente del Governo.
Nella giornata di ieri, a Roma, il Sindacato ha incontrato tutti i rappresentanti delle professioni sanitarie (oltre 500 rappresentanti dei 650 mila professionisti) per presentare al governo le piattaforme per una crescita delle competenze e il miglioramento della qualità del lavoro. Il Ministro Lorenzin, intervenuta all’iniziativa, ha detto ai sindacati e ai rappresentanti delle associazioni dei professionisti della sanità che in un tempo molto breve bisognerà obbligatoriamente stabilizzare tutti i precari della sanità. Le risorse ci sono e ne servono meno di quelli che si era pensato. “Lorenzin ha però stigmatizzato l’atteggiamento delle regioni – segnala Pasquale Gianquitto della UIL FPL molisana, intervenuto all’iniziativa – che a tutt’oggi ancora non hanno inviato il piano del fabbisogno del personale” “Purtroppo – secondo la UIL FPL – ciò vale soprattutto per il Molise dove il debito accumulato, la carenza di personale, gli sprechi e la cattiva organizzazione del lavoro sono la causa del disfatta della sanità. Di contro, a ciò che richiede la Ministra, qui si chiudono i servizi per carenza di personale, pensando, forse, di chiudere il Bilancio in pareggio grazie a tagli lineari. Le aperture del Governo circa la stabilizzazione dei precari della sanità e il richiamo autorevole alle regioni ad agire al più presto su questo fronte, sono importanti anche per la sanità molisana, specie in un periodo in cui si fatica a garantire i servizi ai cittadini e il diritto alle ferie e dei riposi ai lavoratori a causa della cronica carenza di personale.” I sindacati hanno gettato le basi per una nuova stagione della contrattazione, partendo da una maggiore valorizzazione di tutte le figure professionali che operano all’interno della sanità e coinvolgendo positivamente tutte le loro rappresentanze come L’Ipasvi, l’associazione delle ostetriche, i tecnici di radiologia, i coordinamenti. “Un’unità, prosegue Gianquitto, che farà solo bene alla causa e che ha già ottenuto dalla Lorenzin una prossima convocazione comune per individuare le strade più brevi più brevi per affidare le nuove competenze che sono necessarie e utili per cambiare la visione di centralità degli ospedali nel sistema. Va invece – secondo la UIL -ripensata tutta la rete assistenziale territoriale affidando la gestione di molti servizi agli infermieri. Tutte le forze sindacali e le associazioni hanno chiesto il rinnovo contrattuale e la Lorenzin non ha potuto certo sfuggire a questi richiami. Investimenti e innovazione, subito il rinnovo del contratto ed orari di lavoro meglio organizzati per garantire a lavoratori del settore ed ai cittadini una sanità pubblica, che funzioni davvero e ovunque.”

MOBILITAZIONE SINDACALE PER I MIGRANTI, PER POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO NECESSARIE PER TUTTI

Dal 2011 ad oggi sarebbero quasi un milione i permessi di soggiorno non rinnovati, di cui almeno 400 mila per motivi di lavoro. È questo il quadro elaborato, sulla base di dati del Ministero dell’Interno e di Istat, che ha portato Cgil, Cisl, Uil ad indire per martedì 28 – nelle principali città italiane, anche a Campobasso – una giornata di mobilitazione nazionale, con presidi davanti alle prefetture e richiesta d’incontro con il prefetto. La crisi economica negli ultimi anni, ovunque in Italia ed anche nel nostro Molise – ha colpito pesantemente anche il lavoro degli stranieri, tanto che il loro tasso di disoccupazione ha raggiunto quota 17%. Molti lavoratori migranti, scaduto il permesso di soggiorno, si sono trovati davanti al dilemma: emigrare altrove, magari verso i Paesi del nord Europa che fanno di tutto per ostacolarne l’arrivo, o accettare illegalità, prestarsi al lavoro in nero dove i diritti fondamentali, civili e del lavoro, sono calpestati. Un tunnel di disperazione da cui è difficilissimo uscire. In effetti, da una parte gli attuali 12 mesi concessi dalla legge a chi ha perso il lavoro non sono sufficienti a trovarne un altro, dall’altra non tutte le questure applicano alla lettera la circolare del Ministero dell’Interno secondo la quale il permesso può essere rinnovato anche oltre i dodici mesi, in presenza di un “reddito minimo derivante da fonti lecite non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale. Come Sindacato è da tempo che chiediamo a Governo e Parlamento l’allungamento a 24 mesi della durata del permesso di soggiorno per gli stranieri per la ricerca di un’occupazione, di rivedere la posizione di questi lavoratori che non hanno più un’occupazione ed il permesso, di applicare coerentemente la sentenza che prevede la cancellazione della sovrattassa per il rilascio e il rinnovo del permesso, di combattere efficacemente il lavoro nero e lo sfruttamento che invece è sempre più diffuso. Domani, nuovamente dal Prefetto di Campobasso, chiederemo come Sindacato che vengano messe in atto politiche attive del lavoro più efficaci, per una maggior inclusione sociale. Di queste abbiamo tutti disperatamente bisogno: giovani molisani, disoccupati di mezza età, immigrati, donne, nati e residenti qui o originari di paesi lontani.

Caporalato stop, lavoro di qualità: manifestazione nazionale Fai-Flai-Uila

Oggi a Bari si è svolta la manifestazione nazionale organizzata da Fai-Flai-Uila per dire no al caporalato e allo sfruttamento del lavoro in agricoltura e per il rinnovo dei contratti provinciali di lavoro.

Oltre 10.000 lavoratori (anche provenienti dal Molise e organizzati dalla Uila) hanno sfilato per le vie della città in un corteo concluso con il comizio dei Segretari Generali delle tre Federazioni sindacali di categoria.

In particolare Fai-Flai-Uila chiedono: a governo e parlamento di accelerare l’approvazione del Ddl 2217 contro il caporalato, anche attraverso lo strumento di un decreto legge; al governo di ripensare le sue scelte in materia di voucher per ricondurre questo strumento al suo originario utilizzo per remunerare lavoro meramente occasionale; alle associazioni datoriali di chiudere, presto e bene, i negoziati sui Contratti provinciali del lavoro, scaduti a dicembre 2015.

Trasporto pubblico locale a Campobasso: anche qui stato di agitazione dei sindacati in difesa dei lavoratori licenziati.

Trasporto pubblico locale a Campobasso: anche qui stato di agitazione dei sindacati in difesa dei lavoratori licenziati.

L’articolo di Primo piano ricostruisce il confronto in Prefettura e le posizioni del Sindacato

Per tutelare i lavoratori e assicurare convenientemente la salute ai molisani, continuiamo lo stato di agitazione e non escludiamo lo sciopero.